E’ un Natale di austerity quello che
attende tra poco meno di un mese gli italiani. Ma non ci sarà
un crollo dei consumi: l’arte di arrangiarsi tutta italiana
aiuterà infatti le famiglie a non farsi mancare niente: né
tavole imbandite, né regali per i bambini sotto l’albero.
Partirà infatti una vera e propria ‘caccia’ allo sconto, alle
promozioni natalizie che, assicurano i commercianti,
abbonderanno nei negozi. E questo salverà lo spirito
decisamente consumistico del Natale nostrano. Anche se le stesse
associazioni di consumatori non ci credono proprio: altro che
Natale freddo – dice il Codacons – sarà "gelido" e ci saranno
cali negli acquisti che potranno arrivare (é il caso degli
addobbi per la casa) fino al 25%. Insomma un Natale senza
festoni e lucette.
Così il consuntivo del dopo feste non dovrebbe essere così
drammatico: i consumi – prevede il Centro Studi di Confcommercio
– cresceranno di appena l’1,1% che però, al netto dell’
inflazione, vorrà dire un calo dell’1-1,5%. Insomma non un
dramma ma neanche troppo da scialare.
I portafogli delle famiglie a metà dicembre saranno più
pieni grazie alle tredicesime in arrivo: gli italiani avranno a
disposizione in busta paga 48,8 miliardi ‘lordi’ in più. Di
questi 12,2 evaporeranno in un soffio per le tasse, lasciandone
nelle tasche 36,6. Per i consumi se ne spenderanno 26,9 e 8
miliardi arriveranno nei negozi sotto forma di acquisti natalizi
mentre 18,9 saranno dedicati ad alberghi, bar, ristoranti,
oppure carburanti, luce e gas. Cresce la quota (é l’11,5%) di
tredicesima ‘risparmiata’: 9,6 miliardi. Quella parte di
redditò cioé che si tiene sul conto corrente o sotto
il materasso in vista di tempi, se possibile, peggiori.
Se il portafoglio non riserverà sorprese qualche novità ci
sarà invece sulle abitudini degli italiani che, armati di
carrello della spesa, punteranno su prodotti di buona qualità.
Però quelli con lo sconto. Così si salveranno i cenoni: poco
più di 3 miliardi (-1,5% la previsione per il settore
alimentare) ma non per prodotti a caso. Si preferirà portare in
tavola ceste, prodotti locali, specialità culinarie. Ma sempre
attenti al rapporto qualità/prezzo che sarà la vera stella
polare di ogni consumatore natalizio. Pance piene ma per i
vestiti nuovi si aspettano i saldi: Confcommercio prevede
infatti che per questo settore andrà male (appena +1% per
l’abbigliamento ma al lordo dell’effetto inflazione) tranne che
i più vezzosi. Guanti e cravatte "tirano ancora". Al
telefonino nuovo però non si rinuncia (e questo grazie anche
alla continua riduzione dei prezzi nel settore Tlc) così come,
forse sarà questo il Natale buono, per concedersi la tv piatta,
quella che si attacca alla parete. E forse anche il frullatore
si potrà cambiare (vanno bene i piccoli elettrodomestici sotto
i 50 euro). Per i più ricchi, che la crisi chiaramente la
sentono meno, non mancherà il gioiello, ma non quello
‘volgare’, di ‘fascia media’. Tiene infatti l’alta gamma, tipo
un anello personalizzato. Sempre di moda l’immancabile agendina.
Regge infatti la cartoleria (agende, penne, bigliettini di
auguri) e anche il giocattolo non mancherà sotto l’albero.
Specialmente il ‘super-mostro’ di turno bombardato sulle
fantasie dei bambini da migliaia di spot televisivi quotidiani.
A sorpresa si prevede un tracollo per il regalo ‘verde’. Alla
voce ‘fiori e piante’ Confcommercio scrive un inequivocabile
"molto male". Della serie: pochi soldi, prima il pane. Per le
rose vediamo poi.