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Critiche dal Pd: “Molti plessi chiuderanno, la riforma favorira’ la dispersione”

 
ROMA Dopo la grande manifestazione divenerdì a Roma, non si ferma la mobilitazione sui fronti "caldi" dell’istruzione. Ieri in varie città è proseguita la mobilitazione di studenti, genitori e insegnanti. In 10mila (secondo gli organizzatori) hanno sfilato a Firenze, tra striscioni e slogan contro il ministro Gelmini. Fra i cartelli più originali uno raffigura il volto di Dante che esclama "Questa legge è un inferno". A Milano, i bambini assieme ai genitori e alle maestre dell’associazione Rete Scuole hanno preso d’assaltò tre parchi cittadini, spargendo sui prati centinaia di palloncini colorati, giochi e merendine per dire no all’insegnante unico «che mette a rischio l’esistenza del tempo pieno» e alle classi ponte per gli alunni stranieri. Ad Ancona 2mila persone, tra cui il presidente del consiglio regionale Raffaele Bucciarelli, il sindaco Fabio Sturani e numerosi amministratori e politici del centro sinistra, hanno preso parte a una fiaccolata promossa dai sindacati della scuola Cgil, Cisl, Uil e Snals. Originale la forma di protesta di un gruppo di insegnanti di Vicenza e di alcuni Comuni dell’Alto Vicentino, che hanno acquistato una pagina su un quotidiano per dire no al maestro unico. E’ nato anche un "Movimento nazionale insegnanti e genitori vittime della Gelmini", che sta organizzando per il 30 ottobre una manifestazione a Roma contro la riforma della scuola «per difendere il futuro degli studenti e 130mila mila posti di lavoro».  Lo ha reso noto il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi, promotore del Movimento. «Sarà un altro sensibile segno di dissenso – ha affermato Tanasi – nei confronti della riforma, segnali che, tutti insieme, dovrebbero preoccupare il governo e indurre il ministro Gelmini ad ascoltare la volontà degli elettori». Intanto lei, la "ministra" Mariastella Gelmini, difende la sua riforma ma apre sul blocco del turn over dei docenti universitari. Sull’università il ministro ha teso una mano, ammettendo che il blocco del turn over penalizza i giovani che vogliono entrare nel corpo docenti: «Entro ottobre – ha annunciato – presenterò la riforma del reclutamento dei ricercatori e dei docenti. In particolare, sarà presentato un progetto di legge per privilegiare e favorire l’assunzione di giovani nelle Università». Ma dall’opposizione il leader del Pd Veltroni attacca pesantemente la sua riforma: «So per certo – dice – che molte scuole chiuderanno e questa riforma favorirà la dispersione scolastica». Particolarmente colorito il commento del ministro ombra dell’economia, Pierluigi Bersani, per il quale sul tema della scuola il governo ha perso pragmatismo e «si sono messi in vena una "pera" ideologica incredibile e astratta». Se dal centrosinistra piovono critiche, il centrodestra a sua volta contrattacca. E c’è chi si indigna per i piccoli alunni portati in corteo. «Che nel nostro Paese ci siano genitori così sconsiderati da portare in piazza bambini di pochi anni con cartelli "la Gelmini mangia i bambini" la dice lunga sulla natura della sinistra italiana. L’opposizione in democrazia è essenziale. La strumentalizzazione dei bambini dimostra invece la natura criminogena dell’opera di falsificazione in atto». Lo afferma Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato a proposito delle manifestazioni contro la riforma della Gelmini. Parole forti, quelle di Gasparri. «Veltroni e Di Pietro – spiega infatti – non prendono le distanze dai loro manovali, i cui figli vengono intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie dei capi della sinistra. Veltroni – aggiunge ancora Gasparri – si deve vergognare di questa opera di manipolazione dei bambini che hanno programmato a tavolino». E poi l’attacco finale: «La magistratura dovrebbe intervenire perchè si stanno consumando reali violenze contro i minori». In difesa della Gelmini anche il governatore lombardo Roberto Formigoni: «La riforma ha un pregio fondamentale: voler dare più qualità alla nostra scuola ed è ciò di cui i nostri giovani e il Paese tutto hanno assolutamente bisogno. Più qualità – sottolinea Formigoni – che si raggiunge innanzitutto attraverso più responsabilità e con un atteggiamento più serio di fronte alla scuola. Voto di condotta e grembiule sono sinonimi di questo scatto di responsabilità chiesto a tutti». Quella del maestro prevalente, afferma ancora Formigoni, «è la scelta di un metodo educativo che è il più adatto per chi frequenta le scuole elementari, ma che non significa affatto togliere insegnanti alla scuola quanto riposizionarli in ruoli più congrui». «Al di là di ciò che è stato ripetuto, sbagliando, durante le manifestazioni – conclude – non ci sarà alcun licenziamento. Basta leggere i testi della riforma e basta ricordare che nel settore pubblico i licenziamenti non sono comunque possibili».  

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