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Dal Molin, accolto in pieno il ricorso del Codacons

Il verde e conterraneo Michele Boato esulta, commentando a caldo l`annuncio del Codacons sulla sentenza attraverso cui il Tar del Veneto ha “accolto in pieno“ il ricorso dell`associazione e dei Comitati No Dal Molin contro il raddoppio della base Usa a Vicenza. Un paio d`ore dopo ? dopo che i passaggi cruciali delle motivazioni con cui il tribunale amministrativo regionale cassa il patto tra Stati Uniti e Italia erano ormai di dominio pubblico, divulgati dall`associazione dei consumatori, e dopo i primi brindisi dei movimenti cittadini di lotta contro il cantiere degli americani ? i vertici di Legambiente sanciscono la loro stretta alleanza con i comitati No Dal Molin. Lo stop del Tar farà da apripista “per rimettere in discussione tutte le autorizzazioni per la base Usa, concesse forse con troppa manica larga dall`Italia. Vigileremo ? dichiarano il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e la rappresentante locale Valentina Dovigo ? affinchè la sospensione diventi un fermo definitivo“. “La sentenza è un ottimo punto di partenza“ perché, secondo l`associazione ambientalista, “riscontra la mancanza di tracce documentali al consenso del governo italiano a quello degli Stati Uniti, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali“. Il Tar rileva inoltre che il sì del governo “risulta essere stato formulato, del tutto impropriamente, da un dirigente del ministero della Difesa, al di fuori di qualsiasi possibile imputazione e competenze e di responsabilità a esso ascrivibili in relazione all`altissimo rilievo della materia“. Nella sostanza, i giudici constatano che “su una materia di altissimo rilievo non è stata ascoltata la voce della popolazione. Che il Tar sottolinei ciò ? concludono i dirigenti di Legambiente ? è davvero molto importante, in un momento in cui si tende a trattare i cittadini come ostacoli e non come soggetti capaci di influire sulle scelte del territorio“. Accogliendo la richiesta del Codacons e del movimento No Dal Molin di sospendere l`ampliamento della base militare americana, il Tar del Veneto arriva a rilevare “alti profili di illegittimità, alla luce della normativa nazionale ed europea“, nel procedimento adottato dal governo Prodi, identificando zone grigie sotto vari profili. Oltre all“`atto di consenso, che risulta espresso soltanto oralmente“, apparendo “estraneo a ogni regola inerente all`attività amministrativa e assolutamente extra ordinem“, i giudici amministrativi puntano il dito contro bando di gara per delle opere, per il quale non sarebbero state contemplate “le normative europee e italiane in materia di procedure a evidenza pubblica, per l`assegnazione di commesse pubbliche“. Sull`impatto ambientale del raddoppio della base Usa, la sentenza del Tar nutre “gravi dubbi“: i giudici amministrativi sottolineano l`impatto del “consistente insediamento sulla situazione ambientale, del traffico, dell` incremento dell`inquinamento e in ordine al rischio di danneggiamento e alterazione delle falde acquifere“. Analoghe perplessità sulla Vinca (Valutazione di incidenza ambientale rilasciata dalla Regione sul piano) erano state segnalate nell`istanza del Codacons. Per Carlo Rienzi, presidente dell`associazione dei consumatori che ha promosso il ricorso in sede amministrativa facendosi portavoce dei comitati, la sentenza del Tar, depositata ieri mattina, è un attestato di “grande sensibilità giuridica e civile. Le motivazioni danno ragione ai cittadini che denunciavano la decisione di voler cambiare l`habitat di Vicenza dall`alto, senza consultarli“.

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