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Dal Molin, il governo ha deciso. Il progetto pronto a dicembre

Primo: il governo ha finalmente decretato il suo via libera alla Ederle 2. Secondo: non c’è ancora un progetto definitivo. Ergo: il ricorso contro il Dal Molin a stelle e strisce viene respinto, dichiarato «in parte inammissibile e in parte improcedibile».  Con questa doppia mossa il Tar del Veneto ha accolto le tesi dell’Avvocatura di Stato, che ha dato scacco matto al composito fronte del No al Dal Molin che si era costituito in giudizio e che era rappresentato da Codacons, esponenti dei comitati, Comuni di Vicenza e Padova, società Aeroporti Vicentini. Le motivazioni sono state rese note ieri. IL PROGETTO. Il cuore della decisione è ricostruito a pagina 21, la penultima del documento: il progetto definitivo della base Usa ancora non è stato presentato. Quindi decade il ricorso di chi si opponeva contro «un atto meramente intermedio, che pertanto non è autonomamente impugnabile». Scrivono i giudici veneziani che «sussiste un ulteriore livello di progettazione, ancora da realizzarsi». Il Tar riconosce un ruolo determinante al commissario straordinario Paolo Costa: «Secondo il dettato del provvedimento presidenziale di nomina, avrà il compito di salvaguardare ogni esigenza di carattere urbanistico e ambientale, nel rispetto delle procedure del caso». L’attenzione di tutti, a questo punto, è rivolta al progetto, a cui stanno lavorando le ditte appaltatrici. Senza il progetto il cantiere non può andare oltre le operazioni preliminari di bonifica bellica e ambientale. Null’altro è stato autorizzato, nemmeno le demolizioni. Alla Setaf si aspettano che il progetto definitivo della Ederle 2 venga presentato alla Difesa entro dicembre per evitare ritardi. IL VIA LIBERA. Il coniglio bianco è stato estratto dal cilindro dell’Avvocatura di Stato poche ore prima dell’udienza dell’8 ottobre. Si tratta di un verbale della riunione del Consiglio dei ministri del 13 settembre 2008, data successiva al ricorso. Come si legge nella sentenza, «nell’approvare il decreto di rinnovazione (per un anno) dell’incarico del commissario straordinario», viene emanato «un decreto concernente l’enunciazione dell’intenzione del governo di ratificare, riconoscere e convalidare tutti gli atti amministrativi emessi in precedenza dall’amministrazione demaniale». In questo modo viene sanata la frattura nell’iter procedurale rilevata a giugno dallo stesso Tar, quando accolse la richiesta di sospensiva. Ora i giudici riconoscono che il governo si è pronunciato «con appropriata determinazione, al fine di sanare ogni pregressa irritualità, secondo idonei provvedimenti che qualificano l’operato governativo in chiave di atto di natura politica, finalmente imputabile alla autorità costituzionalmente competente». A saldare ulteriormente la partita, ci ha pensato un decreto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che richiama quanto deliberato dal governo. Data: 25 settembre, quattro giorni dopo la visita di Napolitano a Vicenza.  Il Tar a questo punto chiude le porte ai ricorrenti: «Può ritenersi intervenuta la cessazione di interesse del Codacons al prosieguo del gravame». I RICORRENTI.  Il Codacons, tuttavia, non demorde e aspetta la presentazione del progetto: «Se non sarà rispettoso della normativa italiana ed europea potrà essere impugnato davanti al Tar, che ha imposto la Valutazione di impatto ambientale». Si dice deluso Giancarlo Albera, portavoce dei comitati, che parla di «sanatoria bella e buona, decisa con atti che non sono ancora stati pubblicati e resi noti».
 

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