Ma l?Avvocatura di Stato avrebbe già escluso la necessità della Via «Nessuna sconfitta: la partita è solo rinviata al momento in cui sarà pubblicato il progetto definitivo». I ricorrenti contrari alla base Usa interpretano così la sentenza del tribunale amministrativo che ha dichiarato il ricorso «in parte inammissibile in quanto rivolto avverso atti intermedi, in parte improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse e in parte per cessazione della materia del contendere». Le battaglie di Codacons al Tar stanno servendo se non altro a far spuntare un po’ alla volta gli atti con i quali il Governo ha dato il suo assenso alla costruzione della base. Si è venuti così a sapere di un’apposita deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nel corso di una seduta dell’11 settembre 2008, cioè dopo la proposizione del ricorso. L’avvocato Carlo Rienzi, presidente di Codacons, cerca di focalizzare l’attenzione sulla parte della sentenza più favorevole ai ricorrenti: «Il progetto definitivo deve seguire le procedure della direttiva Cee 85/337 che impone che opere edilizie delle dimensioni della base Usa di Vicenza, soprattutto quando sono in zona protetta come nel caso Dal Molin, devono essere sottoposte a Valutazione di impatto ambientale. Quindi il progetto definitivo dovrà passare l’esame dell’apposita commissione del Ministero dell’ambiente, della Regione Veneto e di tutti gli altri enti interessati». Fosse davvero così, sarebbe già una mezza vittoria per i ricorrenti visto che otterrebbero ciò che il commissario straordinario Paolo Costa – vedi famosa lettera all’ex ministro Parisi- ha sempre cercato di evitare. Ma l’Avvocatura di Stato ribadisce che si tratta di Opera di difesa nazionale e così verrebbe meno anche la necessità della Via.«Come si evince dalla sentenza, c’è stata una grande sanatoria postuma, notificata appena due giorni prima dell’udienza del Tar dell’8 ottobre», dice Albera. A pagina 13 della sentenza si legge infatti che «in limine all’udienza, l’Avvocatura dello Stato ha depositato estratto del verbale della riunione del consiglio dei Ministri dell’11 settembre 2008 e il connesso dpr 25 settembre 2008 dove si afferma che il Governo riconosce, convalida e ratifica’ tutti gli atti amministrativi emessi al riguardo e donde si evince l’inequivoca volontà politica di realizzare la base e la natura di atto politico dell’autorizzazione, soggiungendo che, mancando tuttora il progetto definitivo con la relativa autorizzazione, gli atti impugnati hanno natura endoprocedimentale, e che non è richiesta la Via per le opere della difesa nazionale (art. 5 dpcm 10.08.88 n. 377), per le quali nemmeno è richiesta la conformità agli strumenti urbanistici (art. 2 dpr n. 383/94) e, in punto di fatto, che la consegna degli immobili agli americani è avvenuta solo per l’effettuazione di rilievi tecnici, ma non per l’inizio dei lavori».