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Dal Molin, Vicenza non si arrende

Dopo aver bloccato, martedì notte, con tondini di ferro e blocchi di cemento l`ingresso al Dal Molin. Dopo il “và pian“, il “soft walking“copiato dai cittadini di Chiaiano (200 auto a venti all`ora intorno alla base Usa di Ederle). E dopo l`assemblea straordinaria di ieri sera, stasera il movimento sarà in piazza di nuovo. Sarà “la giornata dell`indignazione“ contro il via libera di Palazzo Spada ai cantieri della nuova base Usa, nonostante lo stesso Consiglio di Stato abbia definito “non prive di oggettive giustificazioni“ le preoccupazioni“ della maggioranza dei vicentini. Una sentenza che, “per reggersi in piedi, è costretta a far riferimento a un Regio Decreto del 1924: un modo in più per dire ai vicentini che non sono cittadini, bensì sudditi“, dicono al Presidio Permanente. Il Codacons, intanto, chiederà la revocazione anche in Cassazione della decisione del Consiglio di Stato contro il pronunciamento del Tar del Veneto, che, invece, aveva accolto la richiesta di sospensione dei lavori. “Il prossimo 8 ottobre poi – annuncia Carlo Rienzi, presidente del Codacons – il Tar del Veneto dovrà tornare sull`argomento e chiederemo in quella sede di accertare se i rischi ambientali vi sono o meno“. Nell`ordinanza sul Dal Molin della quarta sezione del Consiglio di Stato “sono emersi due gravissimi errori“, afferma il Codacons quando il Consiglio di Stato scrive che “appaiono privi di riscontri concreti i profili di danno ambientale segnalati nell`ordinanza del Tar impugnata“ senza spiegare come e perchè non sussistevano i profili segnalati dal Tar quando essi emergevano esattamente risultanti dagli atti: sarebbe “un `abbaglio dei sensi“ che giustificherebbe la revocazione. Il secondo errore consisterebbe, per il Codacons, nel negare l`esistenza della consultazione popolare, mentre, “come risultava inconfutabilmente dagli atti, era necessaria e prevista dalla legge proprio per il fatto che il sito del Dal Molin versa in una zona di importanza comunitaria“. Ma il PdL cittadino, che ha perso sul Dal Molin il governo della città, è deciso a ricorrere alla Corte dei Conti contro quello che, a loro parere è uno “sperpero di denaro pubblico“, ossia la consultazione popolare, programmata per la seconda domenica di ottobre.

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