Dallo stato di allerta, ai provvedimenti. Mentre l’allarme sulle carni di maiale alla diossina semina paura in Europa, l’Italia mette le mani avanti. Sono sospette 1467 tonnellate provenienti dall’Irlanda, 22 partite destinate ad altrettante aziende arrivate nel nostro Paese dopo il primo settembre. Scattano i sequestri in Emilia Romagna, Veneto e Campania. Ad annunciarli è il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Anche se in serata il ministero precisa: «Non si tratta di 22 sequestri ma di segnalazioni, da parte della Commissione europea, di 22 partite entrate in Italia». La contaminazione non riguarda solo questo tipo di carni bianche. Vi sono rischi anche per quelle bovine. Di qui la decisione di predisporre altre verifiche. Soprattutto, dopo che, sulla base delle informazioni avute da Bruxelles, si è saputo che le autorità irlandesi hanno messo cautelativamente sotto chiave alcuni allevamenti. In Campania sono quattro le partite di suino irlandese sequestrate. Si tratta di prodotti che erano destinati ai mercati di Baiano nell’Avellinese. E l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Cozzolino, oltre a sottolineare «l’efficienza dei controlli», precisa che «nelle prossime ore sarà tolta dalla rete tutta la carne a rischio». Le quantità importate dalla nostra regione sono, tuttavia, molto ridotte. «Solo 15 delle 2000 partite importate dal primo settembre scorso provenivano dall’Irlanda», precisa Antonio Limone, commissario dell’Istituto zooprofilattico di Portici. Lo stesso ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, usa toni rassicuranti. «La carne italiana è buona, quindi gli italiani devono consumare il più possibile prodotto italiano di prossimità, tanto più nel caso della carne suina che è un prodotto autoctono», evidenzia. I provvedimenti scattati ieri sono stati possibili grazie all’allerta rapida europea con l’invito rivolto dalla Commissione a tutti gli Stati di bloccare le importazioni e fare controlli. L’Italia, intanto, già pensa alle mosse future. La proposta dell’obbligo di etichettatura dei prodotti, lanciata dalla Federconsumatori, nonché da Coldiretti e Cia, trova sponda nei programmi del governo. «Proporrò all’Unione europea l’etichettatura di tutte le carni», fa sapere la Martini. Più tardi Zaia preciserà che «in Italia la filiera del controllo funziona e il consumatore ha sempre sotto mano la tracciabilità del prodotto per identificarne l’origine. Nel momento in cui il ddl sull’obbligo dell’etichetta di origine sugli alimentari sarà legge a queste informazioni si potrà accedere con ancora maggiore tempestività». Tanta prudenza, ma pericoli limitati. «Massima attenzione da parte degli uffici centrali e periferici ma il rischio è molto modesto». A rassicurare è il direttore della sicurezza alimentare del Welfare, Silvio Borrello. E anche Coldiretti e Cia gettano acqua sul fuoco dei facili allarmismi. «Dall’Irlanda è arrivato appena lo 0,3% delle carni di maiale importate ed è quindi necessario evitare allarmismo», sottolinea la prima. Mentre la seconda le fa eco: «L’import da Dublino è praticamente nullo». L’associazione dei consumatori Aduc invita, comunque, ad astenersi per ora dai consumi. E il Codacons, in vista delle festività, chiede controlli su zampone e cotechino. Ma come sarebbe avvenuta la contaminazione? Colpa dei mangimi. Conterrebbero olii industriali di macchinari utilizzati per l’asciugatura dei resti di panetteria contenuti nel nutrimento degli animali.