Aldilà delle polemiche sui dati dell’inflazione oggi forniti dall’ISTAT che per le quattro associazioni Adoc Adusbef Codacons e Federconsumatori sono sottostimati a causa di un paniere che registra pesi e voci non realistici, riteniamo che oggi siamo di fronte ad una situazione veramente incomprensibile. Infatti se fossimo, come siamo, in una economia di mercato la situazione economica e sociale del Paese caratterizzata da una forte recessione ed una gravissima crisi dei consumi avrebbe dovuto far precipitare i prezzi dei beni prodotti di almeno un 20% con un conseguente calo del tasso di inflazione. Sono sotto gli occhi di tutti i dati relativi al turismo che ci dicono che milioni di cittadini non hanno usufruito del ?consumo? turistico, che i saldi estivi dopo quelli invernali hanno subito un rovinoso crollo del 25%, che i prodotti dell’abbigliamento e del calzaturiero si attestano a percentuali negative di oltre il 15% e come non sottolineare, vero e proprio dramma, poiché stiamo parlando di un settore anelastico quale quello alimentare, come questo settore abbia subito negli ultimi anni un vistoso calo dei consumi di oltre il 10% (significativo quello dell’ortofrutta di oltre il 20%).
Siamo perciò stretti da una tenaglia: da un lato non crollano i prezzi come dovrebbero, anzi per tariffe e per molti beni durevoli e di largo consumo siamo tuttora in ascesa anche a causa dei costi energetici( aumenti che dalla scuola ai carburanti, dal gas alla elettricità, dal riscaldamento alle polizze assicurative ed ai servizi bancari cadranno sulle famiglie per 700 euro) dall’altro lato i consumi non soltanto non si stanno riprendendo ma continuano imperterriti la loro contrazione. Serve ed urgentemente mettere in atto una nuova e diversa politica economica che sia in grado di svoltare una situazione che di giorno in giorno si fa sempre più grave e che impoverisce le famiglie italiane e l’intero paese.