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Debiti con le finanziarie per mandare i figli a scuola

Il caso portato all’attenzione dal Codacons: il capofamiglia guadagna appena mille euro che non bastano per ogni esigenza Strozzata dai debiti, contratti per poter mandare i figli a scuola e per tirare avanti, tra bollette, pagamenti e scadenze. Tre figli da crescere e un capofamiglia costretto a sobbarcarsi il peso e la fatica di tre lavori precari e saltuari pur di far sopravvivere la famiglia. Ma è dura ugualmente, con uno stipendio che talvolta non arriva a mille euro mensili. E così le finanziarie li perseguitano. E’ una delle tante storie vissute da un nucleo familiare che risiede a Udine, in un quartiere popolare, portato all’attenzione dell’opinione pubblica dal Codacons che, attraverso Bruno Peres e Pierluigi Chiarla, si sta facendo carico della vicenda e ha coinvolto la Croce rossa affinché possa coprire almeno le spese dei buoni pasto da acquistare in circoscrizione, pari a 134 euro mensili. Le società finanziarie – fanno sapere i responsabili dei servizi sociali del Codacons – "stanno stritolando la famiglia". In pratica, il padre va a lavorare per pagare, con lo stipendio, soltanto gli interessi chiesti dagli istituti. Adesso, per un mese, è senza stipendio e la famiglia è allo stremo. Alle otto ore di lavoro si sommano le ore che il capofamiglia impiega nel secondo e terzo lavoro, più o meno occasionali. Questa famiglia deve ancora saldare almeno 30 mila euro chiesti dalle finanziarie, il che significa continuare a lavorare per molti anni solo per coprire le voci degli interessi. I figli, già da oggi, sono senza i buoni pasto scolastici (la Cri coprirà solo due settimane), il frigo di casa è vuoto, gli affitti non vengono pagati da mesi, le bollette sono scadute, racconta la volontaria Vincenza Mastrolia. Come se non bastasse, alla madre è stato offerto, si fa per dire, un impiego, attraverso i servizi sociali del Comune, a 200-250 euro al mese, lavorando ben 20 ore settimanali, 80 ore mensili, ovvero appena 2 euro e mezzo l’ora. "Le costa di più la benzina per gli spostamenti – commenta Chiarla che ha già provveduto a portare alla famiglia alcuni beni alimentari essenziali -. Chiedono scatolette di carne, scatolette di tonno, succhi di frutta per i bambini, cereali, carta igienica, insomma hanno bisogno del minimo per sopravvivere". Intanto il Codacons, che lancia un appello affinché "la madre possa trovare un lavoro decente e retribuito con dignità, non certo a 2 euro l’ora", ha comprato per la famiglia un po’ di latte, un po’ di formaggio e un po’ di pane.

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