L`ESTATE sta finendo ma il clima è surriscaldato. Sono 579mila i ragazzi che a giugno hanno chiuso l`anno scolastico senza esultare: a differenza dei promossi non avevano di fronte due mesi da dedicare alle vacanze, ma debiti formativi da sanare per poter superare le verifiche di questi giorni. O, come si diceva una volta, sostenere gli esami di riparazione. Professor Giorgio Rembado, secondo le previsioni, il numero dei bocciati quest`anno sembra destinato ad aumentare. Come mai? “Prima di tutto aspetterei i dati ufficiali per poter esprimere valutazioni sui numeri ? risponde il presidente dell`Associazione nazionale presidi (Anp), ora dirigenti scolastici ?. Le prove si stanno svolgendo e quindi c`è da attendere fino a martedì o a mercoledì della prossima settimana. Mettendo da parte questa premessa, dire che ci possa essere una crescita del tasso dei non promossi mi sembra una cosa ovvia“. Ci spieghi perché. “Dal 1995, cioè da quando furono aboliti gli esami di riparazione, è la prima volta che si torna a fare una verifica. Fino a quest`anno, grazie al provvedimento voluto dall`allora ministro Giuseppe Fioroni, non si era provveduto a superare le insufficienze. Anzi, di fronte alle difficoltà , è stato fatto come lo struzzo, che mette la testa sotto la sabbia. La scuola invece, per sua natura, deve insistere sulla formazione, sull`istruzione e sull`insegnamento. Quindi ben vengano i controlli, anzi rafforziamoli“. Il ritorno della verifica a settembre ha già prodotto qualche risultato? “Certo. Sono convinto che solamente per riaverla introdotta ha ridotto il numero di insufficienze e favorito un certo recupero. Lo spauracchio della mancata promozione è stato un deterrente“. I corsi di recupero organizzati dalle scuole hanno funzionato? “Sono uno strumento. E non il solo. Nell`ordinamento ministerale del novembre 1997 erano previste diverse modalità di intervento. Bisogna intervenire sul metodo di studio durante le lezioni: i ragazzi meno bravi non possono essere caricati di più rispetto ai compagni che sono più avanti, altrimenti raddoppieranno la fatica. Le scuole dovrebbero applicare una didattica differenziata e compensativa. Quindi il recupero va portato avanti dentro le scuole, durante l`anno scolastico, e non solo con i corsi. Nei rapporti insegnamento-apprendimento bisogna essere in due ad avere lo stesso obiettivo“. Eppure, secondo uno studio del Codacons ogni famiglia ha sostenuto una spesa media di 756 euro per ogni studente delle superiori con debiti formativi. Perché sono state preferite le lezioni private ai corsi delle scuole? “Non sto nella testa delle famiglie. Forse non è scattato quel dialogo educativo di cui ho appena parlato. Comunque, per salvaguardare il diritto costituzionalmente garantito alle famiglie, nel provvedimento era previsto che i genitori avrebbero anche potuto avvalersi per i loro figli, dei corsi gratuiti organizzati dalle scuole, oppure decidere diversamente“. Gli editori sono insorti di fronte al decreto legge, voluto dal ministro Gelmini, sull`adozione dei libri di testo con cadenza quinquennale. Qual è la sua posizione? “Da un lato il passaggio dell`adozione da annuale a quinquennale è una limitazione, dall`altro accresce la responsabilità del dirigente della scuola che vigilerà sulla norma. Tuttavia il provvedimento ha un valore sociale, perché abbatte i costi per le famiglie, a meno che la spesa per le eventuali appendici non superi il costo del libro di testo nuovo. Staremo a vedere“.