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DECRETO BRUNETTA: ANCORA TRE GIORNI PER ADERIRE AL RICORSO

Ancora tre giorni per aderire al ricorso contro il decreto Brunetta sulla pubblica amministrazione. Il Codacons, tra i promotori dell’azione legale, rivolge oggi un ultimo appello ai dipendenti pubblici che vogliano bloccare la riforma voluta dal Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, e che ha suscitato numerose proteste da più parti. E mentre sono oramai migliaia le adesione al CO.FO (Comitato Fannulloni Operosi) che dinanzi al Tar tenterà di far dichiarare illegittimo il Decreto Brunetta, si apprende che la Corte Costituzionale ha già bocciato nel 1988 con sentenza n.78 una legge simile a quella varata dal Ministro della Funzione Pubblica. Si leggono nelle motivazioni della Corte i seguenti principi fondamentali:   “risulterebbero violati: a) l’art. 3 Cost. per la disparità di trattamento che si determina fra il lavoratore automaticamente assoggettato a tale sanzione e quello che, in presenza di infrazioni di analoga natura, può fruire delle garanzie apprestate dall’art. 7 della legge 20 maggio 1970 n. 300; nonché tra lavoratori ugualmente colpevoli di non aver consentito il controllo medico ma assenti dal lavoro per periodi di durata diversa; b) l’art. 27, terzo comma, Cost. perché la sanzione, incidendo sui mezzi di sussistenza del lavoratore, risulta contraria al senso di umanità; c) l’art. 32, primo comma, Cost. perché il timore che il protrarsi della malattia spieghi il suo effetto accrescitivo della entità della sanzione, può indurre il lavoratore a riprendere l’attività lavorativa prima della completa guarigione, con pregiudizio del suo diritto alla salute; d) l’art. 38 Cost., secondo comma, Cost. in quanto, applicandosi la sanzione anche nel caso in cui la malattia effettivamente sussista, risulta ingiustificatamente compresso il diritto del lavoratore all’attribuzione, costituzionalmente garantitagli, di adeguati mezzi di sussistenza in caso di inabilità. […] Le censure sono fondate. Lo Stato è impegnato ad assicurare, attraverso gli istituti e gli organi appositi, l’assistenza anche sanitaria a mezzo di trattamenti medici ed economici, realizzandosi così il fine più generale della sicurezza sociale; a fornire, cioè, a tutti i lavoratori, anche nell’evento malattia, tra gli altri, mezzi adeguati alle loro esigenze di vita, all’erogazione dei quali essi hanno un vero e proprio diritto…si osserva poi che l’onere della reperibilità alla visita medica di controllo, posto a carico del lavoratore, …non contrasta con la natura pubblicistica del rapporto assicurativo, atteso l’ambito molto limitato delle fasce orarie di reperibilità per cui non risulta nemmeno gravoso o vessatorio. È, invece, certamente irrazionale nella parte in cui prevede anche la perdita del trattamento economico nella misura del 50% per i giorni successivi per tutta la durata della malattia. Anzitutto perché anche questa decadenza è legata allo stesso fatto (irreperibilità non giustificata alla visita medica di controllo) la cui valenza e rilevanza sociale, invece, naturalmente diminuisce con il passar del tempo. Inoltre, perché siccome connessa alla durata della malattia, che varia da lavoratore a lavoratore, la perdita del trattamento non risulta uguale per tutti”.   “L’efficienza della Pubblica Amministrazione – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – si ottiene difendendo la salute dei lavoratori, e punendo i disonesti e i lavativi, non certo colpendo in modo indiscriminato tutti i pubblici dipendenti e il loro diritto ad ammalarsi”. I cittadini che intendano aderire al ricorso possono riempire entro il 30 ottobre l’apposito modulo, scaricabile gratuitamente inviando una mail all’indirizzo ricorsofannulloni@studiorienzi.it  

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