Colpi di sterzo e acceleratore. Pubblicate sulla Gazzetta ufficiale di lunedì, entrano in vigore le nuove norme sulla scuola previste dal decreto legge approvato lo scorso 28 agosto dal consiglio dei ministri su proposta della ministra dell`Istruzione, Mariastella Gelmini. Decreto che blindava le novità già previste nel disegno di legge approvato dal governo l`1 agosto. Ci sono alcune sorprese. Sul “maestro unico“ alle elementari la ministra aveva annunciato soltanto la propria intenzione di ripristinarlo: il testo della settimana scorsa non prevedeva la novità , presente invece nella versione pubblicata (articolo 4). Il dl precisa che esso fa parte “degli obiettivi di contenimento“ della spesa previsti dalla Finanziaria di giugno, e che l`orario alle scuole primarie si ridurrà a “24 ore settimanali“. Altro punto caldo, la “valutazione del comportamento degli studenti“, cioè il ritorno del voto in condotta. La soglia che determinerà la non ammissione all`anno successivo o all`esame conclusivo del ciclo è ora il sei, e non più il cinque. “Attribuito collegialmente dal consiglio di classe“, riguarderà le “attività e gli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori dalla propria sede“. La votazione numerica, espressa in decimi, tornerà altresì in tutte le materie (compresa, si presume, anche religione). Il decreto inserisce inoltre il nuovo insegnamento di “cittadinanza e costituzione“, e conferisce valore abilitante alla laurea in Scienze della formazione. Quanto al “caro-libri“, infine, si impone “ai competenti organi scolastici di adottare libri di testo in base ai quali l`editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento“. L`adozione dei testi, stabilisce ancora il decreto, salvo “specifiche e motivate esigenze“ deve avvenire “con cadenza quinquennale“. ESAMI, I RIMANDATI Vecchio copione anche quello dei “rimandati a settembre“, “novità “ reintrodotta l`anno scorso dall`ex ministro Fioroni e confermata dalla Gelmini, che potrebbe portare un record di bocciature. In questi giorni i consigli di classe sono chiamati a giudicare gli alunni che hanno riportato uno o più debiti formativi: in “sospeso“ sull`ammissione alla classe successiva sono circa 579 mila studenti, il 26,9% del totale. Tra di loro i più a rischio, quelli con tre o più insufficienze, sono il 25,4%: oltre 147 mila. E a fronte del flop dei corsi di recupero organizzati dalle scuole, insufficienti per numero di ore dedicati a materia (12/15), è stato boom di lezioni private. Per il Codacons ogni famiglia ha speso in media 756 euro a studente.