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DECRETO LEGGE DEL GOVERNO SU IMPIANTI RADIOTELEVISIVI

Bisognava attendere che la vicenda di Radio Maria giungesse al capolinea con lo spegnimento dell’antenna perché il Governo disciplinasse con sanzioni lo sforamento dei limiti di legge per l’elettrosmog. Infatti la completa assenza di previsioni normative nel caso non si rispettino le disposizioni del D.I. n. 381/98 ha fin’ora ampliato i contenziosi per il rispetto delle norme costringendo, come avviene sempre in caso di lacune legislative, i legali delle associazioni ambientaliste e in generale gli operatori del diritto a ricostruire sui codici esistenti le ipotesi sanzionatorie o di reato applicabili a questi casi. Tant’è che il superamento dei 6 V/m è punito con il richiamo al 674 del c.p. che riguarda il getto pericoloso di cose nell’ambiente una fattispecie ampia utile per qualsiasi agente inquinante e anche per l’inquinamento elettromagnetico che rappresenta la nuova emergenza ambientale. Quindi ad opinione del CODACONS, il decreto Legge che affida i poteri alle Regioni e alle ARPA ( Agenzie Regionale per la protezione dell’Ambiente) per indicare i nuovi siti e comunque per fare rispettare le legge è comunque da accogliere positivamente anche se in ritardi rispetto all’intera problematica ma è anche chiaro che per grossi impianti inquinanti come quelli di proprietà della RAI o di Mediaset e altri il superamento dei limiti e la conseguente disattivazione è certamente più incisiva di una multa da 50 Milioni fino anche a 300 Milioni che è per questi soggetti economici un importo irrisorio. In ogni caso neanche un decreto legge può modificare la norma contenuta nel cod. pen. , la 674 c.p., di cui le associazioni continueranno a chiedere l’applicazione laddove le sole sanzioni pecuniarie non saranno sufficienti a fare rispettare la legge.

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