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DEI CIRCA 7 MILIARDI INTROITATI DAGLI ESERCENTI – PROPRIETARI DELLE SALE

Oggi 27 gennaio 2000 il Giudice di Pace di Roma Dott. Aldo Zamparelli ha emesso Decreto Ingiuntivo per la somma di Lire 605,07 che il Cinema Savoy dovrà pagare ad uno spettatore. E’ accaduto che il giorno 17 gennaio 2000 uno spettatore ha chiesto di pagare il biglietto di ingresso al cinema Savoy di Roma decurtato della imposta sullo spettacolo abrogata dal 1 gennaio 2000. Dopo una accesa discussione con il personale di biglietteria ed il Direttore della sala allo spettatore è stato fatto pagare un biglietto di Lit. 8.000 non detraendo dal costo complessivo la cifra di Lire 605,07 relativa all’imposta abrogata, infatti, si trattava di un prezzo già ridotto a Lit. 8.000 ? perché era di Lunedì, giorno della settimana in cui si paga un prezzo ridotto ? ed il Savoy era una di quelle sale in cui nella specifica del costo del biglietto ? affissa in un cartello alle spalle del personale di biglietteria – vi era la espressa indicazione che Lit. 605,07 erano imputabili ad imposta, che, però, a far data dal 1/1/2000, era stata abrogata. Il CODACONS ha preparato un ricorso per Decreto Ingiuntivo affidando la difesa al coordinatore dell’Ufficio Legale Nazionale Avv. Italo MANNUCCI e lo ha presentato al giudice di Pace di Roma che così ha pronunciato: ?In nome del Popolo italiano, il Giudice Dott. Aldo Zamparelli visto il ricorso del CODACONS rappresentato e difeso dal Dott. Italo Mannucci INGIUNGE: al cinema Multisala Savoy, in persona del legale rappresentante pro-tempore, sito in Roma ? Via Bergamo, di pagare alla ricorrente la somma di Lire 605,07 indebitamente riscossa a titolo di rivalsa di imposta, abrogata a far data dal 1/1/2000, oltre gli interessi legali di mora dalla domanda fino alla data dell’effettivo soddisfo, nonché le spese della presente procedura?”. Rammentiamo che dall’Ufficio Legale Nazionale del CODACONS, erano state inviate a 58 Procure della Repubblica di Italia le denunce per truffa aggravata e percezione indebita di miliardi di imposta non dovuta. Gli esposti erano partiti anche alla volta dell’AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO, del Ministero delle Finanze, della Direzione Generale Imposte Indirette, del Comandante Generale della Guardia di Finanza e della Guardia di Finanza di Roma e Milano perché si attivino nell’istruttoria prevista dalla Legge. L’istruttoria dell’associazione iniziò si basa sull’entrata in vigore della legge 133/99: ?dal 1° gennaio 2000 vengono soppresse le aliquote I.V.A. dell’imposta sugli spettacoli e l’assoggettamento alla sola IVA delle attività spettacolistiche più rilevanti comportando una consistente riduzione del complessivo carico d’imposta. In particolare il n.123) della Tabella A, parte III, come modificata, da ultimo, dall’art.6, comma 11, della Legge 13/5/99, n.133, prevede l’applicazione dell’aliquota IVA ridotta del 10 per cento per gli spettacoli cinematografici.?. In pratica tutti i biglietti dei cinema devono calare del 9 %. Dall’acquisizione di informazioni assunte poi, non risultando che le Associazioni di categoria come ad esempio l’A.N.E.C. (ASSOCIAZIONE NAZIONALE ESERCENTI CINEMATOGRAFICI) né i proprietari di sale cinematografiche individualmente, avevano ufficialmente manifestato l’intenzione di ribassare il costo del biglietto del 9%, non considerando peraltro che l’omesso adeguamento all’obbligo di ?sgravio? dei biglietti di ingresso comporta una evidente violazione della Legge 13/5/99 n.133 con l’indiscussa applicazione delle sanzioni pecuniarie amministrative e/o penali che ne comporta, è stato necessario rivolgersi alla Magistratura. Ed altresì, poiché il percepire una imposta non dovuta integra grave reato stante la natura di sostituto di imposta del percettore che la incassa per conto dello Stato e , quindi, se poi non la riversa commette una appropriazione indebita, è stato chiesto il sequestro degli incassi indebiti e la sanzione della chiusura delle sale che continuano a percepire una imposta abrogata. Ad esempio, come risulta da alcune foto del retro delle casse di alcuni cinema (ad es. il cinema Blu di borgo S.Spirito a Roma, il Savoy) al consumatore che acquista il biglietto viene chiesta la cifra di 13.000 lire con la specifica di imposta iva, laddove il consumatore viene chiaramente ingannato da tale cartello e corrisponde una somma non dovuta che viene ancora richiesta indebitamente, configurandosi tale comportamento come possibile ipotesi di ingiusto inganno penalmente rilevante. La cassiera di tale sala, ad esempio, a precisa richiesta rivoltale da una consumatrice, attivista del Codacons, in data 9.1.2000 alle ore 16,30, ha risposto dichiarando che l’abolizione dell’imposta in questione era stata prorogata, facendo pensare che esistano direttive in tal senso concordate tra gestori. Così accade che il prezzo del biglietto sia rimasto lo stesso da prima del 31.12 a dopo ? quando l’imposta doveva essere tolta – nei cinema delle altre città di Italia esempio: di Roma (EDEN, EURCINE, REALE, SAVOY E LUCKY BLUE), di Firenze (GAMBRINUS, FIAMMA, PORTICO), di Torino (DORIA, IDEAL,ELISEO ROSSO), di Bari (AMBASCIATORI, ESEDRA, NUOVO CARELLA, ORFEO), di Napoli (AMEDEO, ARCOBALENO, ALCIONE, FIAMMA) di Milano (ARISTON, ARLECCHINO, CAVOUR, ATENEO): non risulta, allo stato, che i gestori abbiano indicato nelle biglietterie il menzionato sgravio fiscale né nessun altra comunicazione al riguardo della riduzione del biglietto di ingresso. Ossia, in pratica, alla data del 1.1.2000 è avvenuto come se tutti i gestori d’Italia insieme si fossero accordati per aumentare i biglietti del 9% tacendolo però e facendo passare l’aumento come se fosse invece il prezzo precedente, visto che lo spettatore non attento non si avvede del fatto che eliminata l’imposta il prezzo nella realtà è aumentato dell’equivalente esatto dell’imposta eliminata.

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