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“Denunciamo le autostrade”

ALESSANDRIA La denuncia alla magistratura contro la Società Autostrade scatta il terzo giorno, dopo il primo trascorso in totale disagio e il secondo a sfogare la rabbia.  A mobilitarsi, ieri, dopo aver raccolto centinaia di proteste dai cittadini sono stati Assoutenti e Codacons che hanno dato mandato a un legale di denunciare Società Autostrade (e altri gestori) perché si indaghi su «eventuali responsabilità penali» in merito ai gravi problemi viabili verificati in occasione dell’abbondante nevicata di giovedì. Abbondante sì, ma anche ampiamente preannunciata. E, nonostante questo, le autostrade si sono rivelate ancora una volta delle «trappole».  Assoutenti e Codacons indicano anche una quantificazione del risarcimento agli automobilisti rimasti imprigionati nella neve: trenta euro per ogni ora di permanenza più il rimborso del ticket, e invitano a inviare dichiarazioni ed eventuali fotografie per predisporre le azioni penali. Ai gestori di A26, A21 e A7 si imputano essenzialmente due mancanze: l’efficienza e l’adeguatezza delle forze impiegate per lo sgombero della neve e, soprattutto, l’assenza totale di comunicazione, sia direttamente nei confronti dei cittadini attraverso gli ormai abituali canali (dai tabelloni luminosi lungo il tragitto, a normalissimi cartelli prima dei caselli, al sito internet, a Isoradio) sia nei confronti delle istituzioni. E’ vero che la neve scendeva così copiosa da riformarsi non appena le lame erano passate, ma allora, dicono in molti, «bisognava chiudere le autostrade e non permettere che gli automobilisti entrassero, salvo poi rimanerne prigionieri. Soprattutto, non bisognava far entrare i mezzi pesanti, che, senza catene, si sono messi di traverso bloccando il passaggio». Lo stesso prefetto Francesco Paolo Castaldo, pur non volendo accendere polemiche, ammette la carente comunicazione da parte dei gestori e prevede, tra i suoi primi impegni in agenda, un confronto con i colleghi di Torino e di Genova per affrontare questo problema in modo coordinato. A distanza di tre giorni molti non hanno ancora smaltito l’ansia e il panico accumulati nelle estenuanti lunghe ore che dal giorno volgevano alla notte «senza sapere quando avremmo potuto uscire da quell’inferno di ghiaccio». Tra gli automobilisti in coda, sfiniti, infreddoliti, affamati, preoccupati, l’unico conforto è arrivato dai volontari della Croce rossa, della Protezione civile, dei Com. Si caricavano di termos di tè e caffè, oltre che di coperte per portare sollievo e, su richiesta, di taniche di carburante. «I bambini? Li abbiamo trovati tranquilli – spiega Roberto Zanforlin -; mi ero riempito le tasche di cioccolatini e loro erano contenti di riceverli». I rifornimenti avvenivano tramite auto staffetta che raggiungevano, dove era possibile, punti strategici, ma soprattutto negli autogrill. Racconta Adriano Masiero: «Siamo arrivati a Bormida con i termos vuoti. Il locale era affollato di camionisti che aspettavano le consumazioni. Alcuni, vedendoci, hanno detto al barista di sospendere il servizio e di dare a noi la precedenza: "Quel che fanno queste persone è lodevole, tocca a loro per primi", hanno detto. Ci ha fatto bene al cuore». Quando è accaduto l’incidente in galleria a S. Salvatore si è scatenato il putiferio, anche perché, nello spazzamento, la neve tolta dalle corsie centrali viene gettata su quella di emergenza che pertanto è inutilizzabile. Come far passare l’ambulanza tra le fitte auto incolonnate? Ci hanno pensato loro, i volontari della Cri, convincendo gli automobilisti, a uno a uno, a spostarsi un poco di lato per aprire un varco. «I maggiori problemi si sono verificati dove non avrebbero dovuto». Così commenta il vice prefetto Paolo Ponta. Spiega: «Non si sono registrati particolari problemi nei tratti autostradali delle zone appenniniche, tipo Masone e Busalla, mentre le difficoltà ci sono state nella zona di pianura».
 

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