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?DENUNCIATO PER TRUFFA COLANINNO E CHIESTO L’ANNULLAMENTO DELL’OPA TELECOM?

Ecco il contenuto dell’esposto Il Codacons ha rilevato dalla stampa economica e da tutti i media una notizia allarmante per il mondo dei piccoli risparmiatori e degli utenti del settore telecomunicazioni. La Tecnost, di cui è presidente del CdA il signor Roberto Colaninno, si è indebitata per 28.800.000 miliardi di lire per comprare la scorsa primavera la Telecom Italia spa. Per pagare i debiti assunti con l’acquisto delle azioni Telecom (Offerta Pubblica di Acquisto che nelle tasche dei piccoli risparmiatori ha portato ben pochi denari liquidi ma parecchie azioni e obbligazioni della indebitatissima Tecnost) alla Tecnost stessa, sarebbero necessari seimila e seicento miliardi l’anno e Tecnost non ce la può fare. Questo ha candidamente confessato il signor Colaninno alla stampa specializzata. La Tecnost ha comprato la Telecom non avendo le necessarie coperture finanziarie, e lo dice sempre lo stesso amministratore Roberto Colaninno. La Tecnost ha pagato la Telecom riempiendosi di debiti e senza sborsare un gran che in denaro liquido. Ecco che il signor Colaninno ha un’idea, vale a dire che, se la TIM spa è una ?gallina dalle uova d’oro? (parole del signor Colaninno) c’è un modo semplice per risolvere la situazione. Con una scissione alla Telecom (dove comanda la Tecnost dopo l’OPA, e alla quale la Tecnost può togliere ciò che vuole) si toglie la TIM (che è la ?gallina dalle uova d’oro?); con una successiva e simultanea fusione si pareggiano i debiti Tecnost con le proprietà e gli utili della TIM. E’ un’idea da gran finanziere quella di Colaninno (ed infatti dietro Colaninno c’è la grande oligarchia della Finanza italiana e,sembra americana); così facendo si fa pagare la scalata della Tecnost ai piccoli risparmiatori, azionisti della Telecom prima e della TIM poi (che ingenuamente avevano aderito alla Offerta Pubblica di Vendita che ha privatizzato il settore delle telecomunicazioni). Il signor Colaninno ai risparmiatori italiani ha offerto azioni e obbligazioni Tecnost in cambio delle azioni Telecom (ha avuto la Telecom dando in cambio azioni Tecnost, che ora possiede Telecom, cioè non ha dato nulla). Il signor Colaninno vuole di più, vuole anche la TIM dando ancora in cambio azioni Tecnost (che nulla valgono a causa del rilevante indebitamento). La scissione e successiva fusione della TIM, che la separa dalla Telecom per portarla nella Tecnost, è un’operazione criticabile di finanza aziendale, poiché si cerca di fare passare come riorganizzazione del gruppo quello che invece è il salvataggio della indebitata Tecnost, a danno dei piccoli azionisti. L’operazione in commento non ha nessuna giustificazione economica, se non difendere il portafogli della grande finanza prelevando e sottraendo ricchezza dalle tasche dei piccoli risparmiatori, né ha nessun interesse né giustificazione per il settore delle telecomunicazioni, che anzi, grazie alla OPV, sta finendo nelle mani di finanzieri, che tutto sono tranne che industriali ed esperti di un settore nevralgico per il paese. A tale proposito giova osservare che il più autorevole quotidiano economico mondiale, il Financial Times, ha definito esplicitamente l’operazione di riassetto della Telecom ?una rapina a cielo aperto?. In punto di diritto occorre ricordare che ai fini della sussistenza del reato di truffa, l’elemento oggettivo del raggiro non deve necessariamente consistere in una particolare subdola messa in scena, bastando qualsiasi simulazione o dissimulazione posta in essere per indurre in errore. (Cass. Sez. V 83/163707). Parimenti, ricorrono gli estremi della truffa contrattuale tutte le volte che uno dei contraenti pone in essere artifizi o raggiri diretti a tacere e dissimulare fatti o circostanze tali che, ove conosciuti, avrebbero indotto l’altro contraente ad astenersi dal concludere il contratto (Cass. Sez. VI 87/175917). Al momento dell’Opa il mercato dei risparmiatori non era stato informato in alcun modo del preesistente piano di fusione tra Tecnost e Tim, attraverso cui coprire, di fatto, i debiti della Tecnost. Il danno subito dai risparmiatori si manifesta sia sotto il profilo della perdita economica derivante dal deprezzamento delle azioni sia per il mancato conseguimento dell’utilità economica che si doveva ottenere in conformità alle false prospettazioni fornite al momento dell’offerta pubblica d’acquisto. Di più occorre valutare se le aziende, gli operatori economici, gli azionisti, gli operatori finanziari, i c.d.a. delle varie società intervenute nell'”affaire”, e, soprattutto i piccoli azionisti, abbiano subito ingiusto danno e decremento patrimoniale a causa delle notizie ed annunci non corretti operati dagli acquirenti con l’OPA, così come occorre valutare se anche la CONSOB che ha autorizzato l’OPA stessa non l’abbia fatto ingannata da un piano industriale fasullo o, come affermato oggi da più parte, diverso da quello approvato. In tal senso si chiede alla CONSOB di valutare se, essendo venuti meno i presupposti per la concessione dell’autorizzazione all’OPA, essa non debba essere revocata ora per allora dichiarandosi la nullità di tutti gli atti di cessione azionaria conseguenti e il ritorno allo stato quo ante. Tutto ciò premesso, il CODACONS chiede all’ill.mo Procuratore della Repubblica di Milano adito di perseguire gli eventuali responsabili dei reati che si dovessero ravvisare. Con richiesta d’avviso in caso di archiviazione ax art. 408 cpp

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