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Depuratori pagati senza l’allacciamento: in campo le associazioni dei consumatori

«Tutti gli utenti che non sono collegati ad un depuratore hanno il diritto di chiedere di essere risarciti per gli anni che hanno pagato un servizio che non è stato reso». Carlo Garofolini, presidente dell’Adiconsum non ha dubbi. «Si può e si deve richiedere un rimborso retroattivo, quando ci si trova in presenza di una sentenza della Corte costituzionale, perché quel che dice diventa riferimento di legge». In sostanza gli oltre 10mila utenti delle province di Treviso e Venezia, appartenenti comunque all’area di Veritas, le cui fognature non sono collegate ad un depuratore, non solo d’ora in poi non devono più pagare, ma devono farsi restituire il denaro speso nell’arco degli anni. E questo vale per Chioggia, la Riviera del Brenta, il Miranese, Preganziol e pure Mogliano. Garofolini annuncia una class action: «I nostri avvocati sono disposti a preparare le pratiche legali, è giusto che alla gente venga riconosciuto quanto ha pagato». Ma specialmente un servizio che non è stato reso. «Adesso – precisa – che ad una persona o gruppo è stato riconosciuto un diritto, si apre una fase nuova. Sicuramente – prosegue – i consorzi ci rimetteranno, ma sapranno certo come tirarsi su». «E’ nostra intenzione – aggiunge – fare in modo che tutti coloro che rientrano nella categoria cui fa riferimento la sentenza, ottengano il riconoscimento di quanto hanno sborsato negli anni».  Dello stesso parere il presidente provinciale del Codacons Franco Conte che rilancia. «Dovrebbe essere la stessa azienda – spiega – a sentirsi in dovere di rimborsare i cittadini. Anzi, domani farò una richiesta proprio in tal senso». Conte è concreto e per l’immediato futuro proporrà alle varie associazioni di consumatori di mettere in piedi un pool, per dare assistenza concertata agli utenti.  Due le considerazioni fondamentali secondo il Codacons: la prima è di ordine legale. «Sul piano giuridico – spiega Conte – la partita può essere aperta anche per chi finora ha pagato». E dunque vuole il rimborso. «Si trattasse di qualche milione di euro – spiega – è comunque denaro che Veritas ha introitato in questi anni dai cittadini per un servizio non reso». E il pensiero va a chi si è costruito vasche e impianti per poi pagare anche l’indice di depurazione nella bolletta. E c’è un discorso di etica civile: «Ci sono cittadini che si sono rifiutati di pagare e l’hanno avuta vinta, e altri che sono becchi e bastonati e questo neanche in una repubblica delle banane deve essere accettato». «Veritas deve restituire del denaro?», domanda. «La democrazia si misura anche sulla lealtà nei confronti dei cittadini, è un problema di principio. Se è difficile perché non c’è denaro, gli amministratori lascino il loro posto alle casalinghe: sicuramente la capacità delle economie domestiche di chi bada alla casa è migliore di quella di alcuni dirigenti». «Esiste – secondo Conte – il dovere morale di rimborsare gli utenti».
 

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