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Diecimila gli edifici non sicuri. E’ la valutazione del governo

 Vecchie, prive di manutenzione, costruite in zone ad alto rischio sismico, e con impianti elettrici non sempre a norma, per non parlare del certificato prevenzione incendi e dell’agibilità statica. Le scuole italiane sono insicure, e la tragedia di Torino, dove il crollo del tetto di una scuola ha causato la morte di uno studente di 17 anni, non fa altro che confermare un drammatico trend.  Per il Codacons tre scuole su quattro non sono a norma. Solo il 25% degli edifici, infatti, ha sia il certificato di agibilità statica, sia quello di agibilità igienico sanitaria, sia il certificato prevenzione incendi. Un’analisi pessimistica? Probabilmente no, se lo stesso Ministero dell’Istruzione dopo un’indagine ha individuato 10mila scuole non sicure. E una recente indagine di Legambiente rincara la dose: uno studente che entra oggi nel mondo della scuola ha grosse probabilità di trovarsi in un edificio vecchio e fatiscente (il 52,8% è stato costruito prima del 1974, cioè prima che entrassero in vigore gli attuali criteri di edilizia antisismica), e privo di manutenzione. Appena il 6,26% degli edifici sono stati costruiti in tempi recenti, dal 1990 al 2006, e resiste un 4,49% che risale addirittura all’800 se non prima. Meno della metà delle scuole, il 47,11%, ha goduto di qualche intervento di cura straordinaria negli ultimi 5 anni, e il 23,62% necessiterebbe di interventi urgenti. Senza contare le strutture sportive, che spesso sono un optional (il 36,57% delle nostre scuole ne è completamente sprovvista) e il rischio sismico: tre scuole su quattro sono costruite proprio in zone ad alto rischio, ma il 40% non ha il certificato di agibilità statica. E il Piemonte, teatro della tragedia di oggi, spicca per l’età delle sue scuole: quasi metà (il 47,7%) è stato costruito prima del 1974, e il 41,4% (tra cui il liceo di Rivoli) è ospitata in edifici storici. «La tragedia di oggi – denuncia Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – mette in risalto la necessità e l’urgenza di adeguate politiche di gestione del patrimonio scolastico. Sono numerose ancora le scuole italiane che non raggiungono gli standard minimi di sicurezza, prive dei certificati di agibilità statica o di prevenzione degli incendi, ospitate in strutture inadatte, nate per altri usi e mai modificate, oppure come in questo caso, alloggiate in strutture vecchissime. Il fatto che nel decreto del Ministro Gelmini siano previsti fondi per l’edilizia scolastica va quindi valutato positivamente ma risulta quanto mai urgente completare l’unico strumento utile a fotografare la qualità edilizia degli istituti: l’anagrafe degli edifici scolastici avviata nel 1996 e mai conclusa».
 

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