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DOMANI LA CORTE COSITUZIONALE DECIDE SE SOSPENDERE IL VOTO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO






Domani la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi in merito alla richiesta di sospensione del voto degli italiani all’estero per il prossimo referendum popolare.

Il Comitato promotore del referendum sull’elettrodotto coattivo, nelle persone dell’Avv. Carlo Rienzi e Livio Giuliani, hanno infatti presentato un ricorso chiedendo l’annullamento della norma per l` esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all` estero, del suo regolamento di attuazione e della delibera della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi recante disposizioni in materia di comunicazioni politiche.

In particolare il ricorso si basa sui seguenti punti:


– per garantire la libertà del voto, risulta fondamentale una corretta disciplina della modalità di espressione del voto, la quale deve assicurare che l’elettore possa sottrarsi a condizionamenti economici e sociali esterni al suo autonomo convincimento in ordine al quesito referendario; il Codacons e il comitato promotore criticano dunque l’introduzione del voto per corrispondenza (per posta) poiché attraverso il voto per corrispondenza l’elettore diventa potenzialmente più ricattabile, il suo voto facilmente controllabile – particolarmente fuori dal territorio dello stato italiano – quindi non libero, secondo l’art. 48 della Cost. e conseguentemente la sua previsione per le elezioni referendarie lede anche l`art. 75 Cost.

– nella norma che disciplina il voto degli italiani all’estero, inoltre, non si richiede il carattere democratico dello Stato di residenza dell`elettore, o il rispetto di standard di tutela delle liberta fondamentali di pensiero, di parola e di informazione: per gli elettori all’estero il comitato ricorrente lamenta una totale mancanza di disciplina della campagna elettorale che garantisca una par condicio e una parità di chances;

– la Commissione parlamentare, infine, nello stabilire le disposizioni in materia di comunicazioni politiche e messaggi autogestiti, informazione e tribune della concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico relative alle campagne per i prossimi referendum, ha fatto ?cattivo uso? del proprio potere, non contemplando, nella propria delibera, alcuna previsione in ordine ai programmi di informazione destinati all’estero, lasciando sostanzialmente un vuoto regolamentare della campagna referendaria per gli elettori residenti all’estero.


Domani quindi la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sui motivi di ricorso proposti dal comitato. In aula il Presidente del Codacons av. Carlo Rienzi.

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