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Dopo un guadagno di 3 punti, Milano scivola a meno 1,81% Inversione di tendenza per Unicredit (+9.20%)

  MILANO. Il rimbalzo fallisce nel finale. La giornata non era cominciata male per le Borse europee, aiutate da timidi acquisti dopo giorni di vendite copiose. Gli indici sono arrivati a guadagnare quasi il 3% prima di sprofondare un’altra volta, travolti dalla debolezza di Wall Street che scende sotto i 9.000 punti per la prima volta dall’agosto del 2003 perdendo il 6,48%. Eppure timidi segnali di speranza cominciano a vedersi. Poi saranno i prossimi giorni (o settimane) a dire se il peggio è alle spalle. La seduta è stata frenetica, a Milano come a Londra. Nel finale le vendite hanno colpito soprattutto i titoli energetici e quelli del settore auto, mentre le banche sono andate in ordine sparso. Gli indici. Milano cede l’1,81%, Francoforte il 2,53%, Parigi l’1,55%, Londra l’1,21% e Zurigo il 4,52%. A New York, in chiusura, il Dow Jones riprecipitava di oltre 6 punti. A condizionare la Borsa Usa, in particolare, ci sono stati i cali di Sallie Mae, leader dei prestiti studenteschi (-49%), di Morgan Stanley (-25%) e del gruppo assicurativo Prudential Financial (-26%). General Motors. I pessimi dati sulle vendite in Europa del colosso automobilistico General Motors hanno portato il titolo, quotato a New York, a perdere il 12%, ma nel corso della seduta GM ha toccato anche il livello di 5,41 dollari, il più basso dal 1950. Il colosso di Detroit fatica a vendere automobili anche negli Usa e ieri i vertici hanno ammesso di essere di fronte «a difficoltà economiche senza precedenti». Questo ha portato a vendite anche sulla concorrente Ford mentre a Milano Fiat è rimasta sotto i 7 euro, nonostante la conferma degli obiettivi 2008 (ma si teme per i target 2009 che saranno annunciati il 23 ottobre). L’energia. Soffrono tutti i titoli europei dell’energia perchè il calo del petrolio (ieri a 86,96 dollari al barile, in ribasso del 2,18% rispetto a mercoledì) potrebbe portare a un calo delle bollette e quindi degli utili. Inoltre si teme l’introduzione della Robin tax anche in Francia e Germania. Enel, sospesa una volta per eccesso di ribasso, ha terminato la seduta in calo dell’8,3% a 5 euro. Male Eni (-2,6% a 14,87 euro) e Saipem. Giù anche Terna, A2A ed Edison. Aggiotaggio. Berlusconi spiega che la Borsa si riprenderà «perchè il valore reale delle aziende, tra queste Eni ed Enel, è sicuramente superiore a quello attuale». «Sono aziende che funzionano – spiega il premier – e tra 18-24 mesi avrete senz’altro una nuova valutazione». Queste parole sono costate al Cavaliere un "richiamo" ufficiale dell’agenzia Reuters che ha avanzato l’ipotesi di aggiotaggio (dichiazioni atte a influenzare il corso dei titoli) dopo che per un caso analogo, sul titolo Alitalia, la Consob e la procura di Roma avevano aperto un’indagine proprio sulle parole di Berlusconi. Le banche. Unicredit rimbalza del 9,20% a 2,71 euro dopo che nelle ultime quattro sedute ha ceduto il 21%. E stavolta la furia dei venditori si accanisce su IntesaSanpaolo e Popolare di Milano, cadute rispettivamente del 7,58% e dell’8,85%. In particolare si dice che Romain Zaleski abbia alleggerito e proprie quote, ma il finanziere franco-bresciano ieri sera ha smentito la vendite di azioni. Dalla Germania, poi, arrivano le parole di Angela Merkel, che non esclude «eventuali nazionalizzazioni delle banche» e questo, almeno, tranquillizza gli investitori. Per tornare in Piazza Affari, altro calo di Telecom a 0,82 euro (-2,36%).  Codacons.  A Roma, invece, il Codacons propone al governo di acquistare i mutui delle banche. «Sarebbe un modo per aiutare subito le banche e 530 mila famiglie in difficoltà».
 

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