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“Draghi lancia allarmi di fuoco”

Sarà stagnazione almeno fino a metà 2009. È la previsione del governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. “Sulla base dell’evoluzione della domanda mondiale oggi supposta dai principali organismi internazionali, la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del prossimo anno”, ha affermato il numero uno di Via Nazionale, intervenendo alla ottantaquattresima giornata mondiale del risparmio.Per il capo della banca centrale, le politiche economiche nazionali devono reagire di fronte alle turbolenze finanziarie in corso per arginare il rischio recessione. “Occorre innanzitutto evitare che la crisi si traduca in una severa contrazione dei flussi di credito all’economia reale; in secondo luogo, è necessario attivare efficienti politiche di sostegno che contrastino le tendenze recessive in atto” ha spiegato, aggiungendo che “a questa esigenza potrà rispondere una politica di bilancio che faccia uso della flessibilità permessa dal Trattato e dal Patto di stabilità e crescita”.Inoltre, l’ingresso dello Stato nel capitale delle banche è imposto dall’emergenza. Ma deve essere temporaneo e non intrusivo: “L’emergenza richiede che le autorità adottino politiche più interventiste che in passato, assumendo anche ove occorra transitorie responsabilità patrimoniali nelle istituzioni finanziarie” ha dichiarato il governatore, precisando che “l’opportunità dell’intervento pubblico, in presenza di una crisi sistemica, discende dalle caratteristiche fondamentali del sistema” finanziario. “I depositanti delle banche sono comunque al sicuro. In Italia – ha ancora rassicurato Draghi – i provvedimenti adottati hanno tranquillizzato i risparmiatori, stanno alleviando le tensioni sul mercato interbancario. La solidità dei bilanci bancari e i chiari impegni assunti dalle autorità garantiscono sufficientemente la stabilità del sistema”.L’intervento dello Stato, però, “deve essere rigorosamente a termine e non intrusivo”. Ma l’Italia può sopportare la crisi, conservando chances di ripresa, ha concluso Draghi: “L’economia nazionale soffrirà come tutte le economie avanzate”, ha riconosciuto il responsabile di Bankitalia. Tuttavia, ha rilevato, “se si attesta sul suo baricentro – fatto di alto risparmio, basso debito privato, sistema produttivo vitale, sistema finanziario fondamentalmente solido ed efficiente – attutirà l’impatto della crisi con danni limitati e buoni presupposti di ripresa”. Da questo punto di vista, tra il titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, e la Banca d’Italia, c’é “assoluta concordia di vedute”.Lo ha sostenuto lo stesso ministro, intervenendo anch’egli alla Giornata mondiale del risparmio, e spiegando che, nella gestione della crisi finanziaria e delle possibili linee di intervento sul sistema bancario si stanno “formulando ipotesi di lavoro in assoluta concordia di veduta con il nostro istituto centrale”. Le misure configurate dall’Esecutivo per cautelare gli istituti di credito – ha proseguito il responsabile del Tesoro, confermando anche in questo la piena sintonia con via Nazionale – sono “un intervento vero pure se dentro non c’è un euro, perché la logica è la funzionalità”. “Nuoce alla salute politica” per il governo “avere azioni nelle banche” ma – ha ulteriormente chiarito Tremonti – avere azioni può essere solo una momentanea necessità”. Per il ministro, occorre “costruire un diverso ordine mondiale basato sul primato dell’etica e sul primato dei valori sugli interessi”.”Bisogna insomma pensare al vecchio mondo da proteggere per metterne a punto uno nuovo. La gravità della crisi impone di fatto l’assunzione di provvedimenti più immediati e un forte coordinamento degli interventi dei governi e delle altre istituzioni preposte alla sorveglianza dei mercati”. Questo invece è stato l’appello lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al presidente dell’Acri, Guazzetti, sempre in occasione della giornata mondiale del risparmio. Il capo dello Stato ha anche fatto espressamente notare come sia “indispensabile” una più vigorosa integrazione a livello europeo delle regole e una più concreta armonizzazione delle politiche economiche.
INFLAZIONE – L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), relativo al mese di ottobre 2008, presenta una variazione nulla rispetto al mese di settembre 2008 e si colloca al 3,5 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, contro il 3,8 di settembre e il 4,1 di agosto. Lo rende noto l’Istat.In base alla stima provvisoria, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra nel mese di ottobre una oscillazione di più 0,5 per cento in confronto al mese scorso e una variazione di più 3,6 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno prima. Sulla base dei dati finora pervenuti gli aumenti congiunturali più significativi dell’indice per l’intera collettività si sono verificati per i capitoli abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 0,9 per cento), istruzione (più 0,8 per cento), prodotti alimentari e bevande analcoliche, bevande alcoliche e tabacchi e altri beni e servizi (più 0,2 per cento per tutti e tre); una variazione nulla si è riscontrata nel capitolo comunicazioni.Oscillazioni negative si sono evidenziate nei capitoli trasporti (meno 1,0 per cento), servizi sanitari e spese per la salute e Servizi ricettivi e di ristorazione (meno 0,1 per cento per entrambi). Gli incrementi tendenziali più elevati si sono segnalati nei capitoli abitazione, acqua, elettricità e combustibili (più 7,7 per cento), bevande alcoliche e tabacchi (più 5,4 per cento) e trasporti (più 5,3 per cento). Una variazione tendenziale negativa si è verificata nel capitolo Comunicazioni (meno 3,6 per cento). Ma per il Codacons l’inflazione reale è almeno “il doppio di quella valutata dall’Istat, e si aggira attorno al 7-8%”. Per il presidente Carlo Rienzi, tuttavia, “il dato davvero sbalorditivo è quello relativo alla pasta, i cui prezzi ad ottobre fanno segnare un +32%, mentre i prezzi del pane rimarcano una brusca frenata. Questa è la prova – ha osservato – che nella formazione dei prezzi al dettaglio qualcosa non va. Siamo in presenza di speculazioni che hanno un peso fortissimo sulle tasche delle famiglie, che sborseranno a fine 2008 la bellezza di 3,4 miliardi di euro in più, circa 140 euro a nucleo familiare, solo per l’acquisto di pane e pasta”.”Vista la situazione – ha concluso il Codacons – è indispensabile anticipare i saldi a dicembre, così da non bruciare le tredicesime e alleggerire la spesa dei cittadini relativa a regali, addobbi per la casa, giocattoli e altre voci di spesa classiche del Natale”.
METALMECCANICI – La Fiom-Cgil ha deciso una giornata nazionale di sciopero il 12 dicembre con manifestazione nazionale a Roma. Lo ha detto il segretario generale Gianni Rinaldini all’assemblea dei delegati. Lo sciopero e’ stato deciso contro la riforma di Confindustria del modello contrattuale e la politica economica del governo. In particolare, per la Fiom, va respinto “l’attacco di Confindustria ai contratti nazionali e alla contrattazione aziendale che ha l’obiettivo di programmare una ulteriore riduzione dei salari”. Per l’organizzazione sindacale di categoria, va anche respinta la scelta del governo “di indebolire gli ammortizzatori sociali privando i lavoratori, a rischio disoccupazione, dell’essenziale sostegno al reddito”. Così come la Fiom dice no “all’attacco alla scuola, al lavoro e ai servizi pubblici”. “È necessario sostenere i redditi dei lavoratori – per la Federazione dei metalmeccanici – attraverso una riduzione dell’imposizione fiscale del lavoro dipendente. ‘Anche con i nostri litigi e problemi – ha concluso Rinaldini – la Cgil rimane l’unica organizzazione di massa esistente”.

 

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