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Drammatici atti d’accusa dopo il crollo del soffitto della scuola di Rivoli

«Fate vedere che le scuole italiane fanno schifo anche al Nord, che si può morire a 17 anni, andando a lezione»: è un drammatico atto d’accusa l’invito che la zia di Vito, lo studente 17enne morto nel crollo del soffitto della scuola di Rivoli rivolge ai fotografi e ai giornalisti giunti sul posto ieri mattina, poco dopo l’incidente.  «E’ una tragedia annunciata», le fa eco il presidente del Codacons Carlo Rienzi. «Allucinante» è il commento del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. «E’ una vergogna che in una scuola succedano queste cose, ci vogliono dei controlli. Andrea mi diceva sempre che si staccavano i pezzi dai muri e dagli stipiti», racconta la madre di Andrea, 17 anni, il più grave degli studenti feriti nel crollo. Mentre i tecnici sono impegnati nelle rilevazioni per riannodare le fila dell’accaduto, si susseguono le reazioni da parte delle istituzioni e dei parenti della vittime. Nel primo pomeriggio il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini è arrivata a Rivoli per incontrare le forze dell’ordine e gli amministratori locali. «E’ una tragedia veramente incomprensibile, non è possibile che un ragazzo perda la vita a scuola», commenta il ministro, che nel tardo pomeriggio ha fatto visita in ospedale ai parenti delle vittime. «Ho chiamato il ministro Fitto perché vorrei una convocazione della conferenza unificata di Regioni, Province e Comuni perché ogni ente in base alle proprie competenze e responsabilità faccia tutto il possibile affinché tragedie di questa natura non capitino più», aggiunge Gelmini, che poi sottolinea che «nel prossimo decreto, elaborato con la protezione civile, abbiamo previsto uno stanziamento straordinario per la manutenzione delle cento scuole più a rischio in Italia». Ma la dichiarazione d’intenti non risparmia al ministro le accuse. «Il 75% degli istituti scolastici presenti sul nostro territorio non è sicuro, mancano diversi certificati previsti dalla legge. Da anni denunciamo lo stato di fatiscenza delle scuole italiane senza ottenere alcun intervento delle istituzioni a salvaguardia dell’incolumità degli studenti», dice Rienzi. Puntano l’indice accusatorio anche i sindacati: «Non è stata una fatalità – afferma Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil -. La gran parte degli edifici scolastici non è conforme alle norme di sicurezza e sono fatiscenti, la legge 626 non è applicata. Molte scuole sono a rischio, è urgente un rigoroso monitoraggio delle strutture e l’investimento di risorse. Ecco anche perché non si può risparmiare sulla scuola». Si dichiara preoccupato per le condizioni dell’edilizia scolastica anche il presidente della Repubblica Napolitano: la tragedia di Rivoli, commenta, «solleva inquietanti interrogativi sulle garanzie a presidio della sicurezza negli istituti scolastici».

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