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E Gianni punta sul profit sharing



modello da seguire è quello lucano La Regione siciliana intende seguire il modello lucano nei rapporti con le compagnie petrolifere ed energetiche. Lo ha ribadito ieri l`assessore regionale all`industria, Pippo Gianni, nel corso di un incontro con la stampa a Palermo. “La Basilicata ha presentato un piano per il raddoppio delle royalties, per compensare i danni ambientali e per offrire nuove chance di sviluppo al territorio“, ha detto l`assessore, “non capisco perché se anche noi intendiamo percorrere questa strada si grida allo scandalo, come ha fatto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello“. In effetti nessuno ha avuto da ridire né a Potenza, né tantomeno a Roma in sede di Conferenza delle Regioni, quando il presidente lucano, Vito De Filippo, ha spiegato che la Robin tax di Tremonti sulle compagnie petrolifere va ritoccata perché “la Basilicata riesce ad incassare soltanto il 6% dalle attività legate all`estrazione di petrolio mentre lo Stato incasserebbe il 19%: una sproporzione e un controsenso in una fase in cui si parla di federalismo“, ha dichiarato De Filippo, “sarebbe clamorosamente ingiusto provare ad agire solo sulle basi imponibili delle Regioni e non già sulla legittima e naturale gestione delle risorse che i territori producono“. Osservazioni accolte da tutti i presidenti delle Regioni e che l`esecutivo siciliano intende fare sue. Del resto, un progetto di questo genere era già stato formulato alla fine del 2005 da una commissione di esperti convocata dai ministeri dell`industria e del tesoro, quando il primo governo Berlusconi si era trovato di fronte a una prima impennata delle quotazioni del greggio, passate in poco tempo da 40 a 70 dollari al barile. La soluzione individuata allora fu quella di aumentare le royalties sui giacimenti italiani dal 7 al 25%. Poi cambiò il governo e non se ne fece niente. Ora, la Sicilia e la Basilicata ripartono da lì. Nell`Isola si raffina più del 50% della benzina consumata in Italia, e in Basilicata si estrae il 70% del petrolio nazionale. Non mancano i numeri per la nuova politica di profit sharing inaugurata dalle due regioni e che includerebbe, nei piani di Gianni, anche uno sconto sul prezzo della benzina nell`Isola. “Non è strampalato chiedere a queste società che per cinquant`anni hanno fatto più di un danno all`ambiente di versare una somma alla Regione, soldi che saranno investiti nell`ambiente e nel territorio proprio come in Basilicata“, ha detto Gianni che intende applicare il provvedimento (si sta lavorando a un ddl) alle compagnie che si occupano di raffinazione. “Non ho niente contro le industrie e le mia storia lo dimostra; ho sempre fatto di tutto per concedere autorizzazioni e concessioni nel più breve tempo possibile“, ha detto l`assessore in risposta a Confindustria Sicilia, che si è preoccupata degli interessi delle industrie che l`associ zio ne rappresenta. Una risposta diretta anche al ministro per l`ambiente Stefania Prestigiacomo “che forse ha frainteso la nostra proposta“. Per il numero uno degli industriali siciliani, il problema che andrebbe affrontato è quello delle accise. “Bisognerebbe avviare un confronto con lo Stato per fare in modo che parte delle accise sui prodotti petroliferi raffinati in Sicilia resti sul territorio“ ha dichiarato Lo Bello. Ma per Gianni le due questioni sono distinte e comunque l`una non esclude l`altra. “Avevamo intrapreso un percorso per la piena applicazione dell`articolo 36 e 37 dello Statuto già nel 2005 ma una furbata del ministro Tremonti ha bloccato tutto. Per riprendere la questione servirebbe che tutta la classe politica siciliana, anche quelli che siedono a Roma, si impegnassero per questa battaglia“, ha raccontato il componente del governo siciliano, che ha anche annunciato l`apertura di un suo blog per sondare l`umore dei siciliani in materie energetiche. Intanto, il Codacons si schiera con l`assessore. Francesco Tanasi, segretario nazionale dell`associazione dei consumatori, ha lanciato una raccolta di firme a sostegno dell`iniziativa e contro “le lobbies che vogliono impedire il ribasso dei carburanti“.

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