L`ampliamento della base Usa di Vicenza non si farà . Il Tar del Veneto ha infatti bocciato il raddoppio dell`aeroporto americano, accogliendo così il ricorso del Codancons. L`associazione dei consumatori ha espresso grande soddisfazione per l`esito mentre il comitato “No alla Dal Molin“, da tempo contro i lavori alla base, sostiene che si tratta di “un fatto storico sia per la città di Vicenza che per l`Europa“. I comitati e la popolazione hanno dunque vinto la battaglia che li ha visti scendere in piazza a protestare. Nessuna traccia documentale di supporto “è stata riscontrata“ sull`atto di consenso “presentato dal governo italiano a quello degli Stati Uniti d`America, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali“. Questo è quanto ha rilevato il Tar nelle considerazioni che accompagnano la sentenza riguardante l`ampliamento della base Dal Molin. “Tale atto di consenso, che pertanto risulta espresso solo oralmente – hanno sottolineato i giudici – appare estraneo a ogni regola inerente all`attività amministrativa e assolutamente extra ordinem“. In sostanza, il Tar rileva che l`assenso del governo italiano “risulta essere stato formulato impropriamente, da un dirigente del ministero della Difesa, al di fuori di qualsiasi possibile imputazione di competenze e di responsabilità ad esso ascrivibili in relazione all`altissimo rilievo della materia“. Non solo: risultano altri profili di illegittimità anche alla luce delle nome nazionali ed europee. Nell`accogliere la sospensiva chiesta dal Codacons, i giudici esprimono anche “gravi dubbi“ sulla Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) rilasciata dalla Regione Veneto. Il Tar ha infatti sottolineato che l`impatto non è stato affatto valutato anche in relazione “al traffico, all`incremento dell`inquinamento e in ordine al rischio di danneggiamento e alterazione delle falde acquifere“. “Il commissario straordinario Paolo Costa ha mentito. Il Tar ha messo a nudo le sue responsabilità : Costa ha detto bugie ai cittadini, nascondendo i rischi. Deve dimettersi subito“, hanno scritto in una nota i responsabili del presidio permanente “No Dal Molin“. L`onorevole Costa ha invece dichiarato di non voler commentare la notizia. Soddisfatta anche Legambiente che definisce la sospensiva un ottimo punto di partenza sul quale ora occorre vigilare “affinché diventi un fermo definitivo“. Per Pippo Magnaguagno, della “Rete Lilliput“, la decisione del Tar è molto positiva: “Lo abbiamo detto e ridetto, la costruzione della nuova base sarebbe il più grande abuso edilizio della storia d`Italia“. L`esponente dei Verdi, Michele Boato (presidente dell`Ecoistituto del Veneto: “Davide ha fermato Golia“), chiede ora con urgenza un referendum comunale. Il sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha infine assicurato che la sentenza del Tar sarà rispettata “poiché rappresenta una vittoria delle ragioni della comunità e del territorio. Accolgo con soddisfazione la decisione dei giudici – ha concluso il primo cittadino – che ci dà tempo e spazio per proseguire le tappe che ci siamo prefissati. Il 26 giugno il consiglio comunale si pronuncerà sulla mia proposta di chiedere ai cittadini di esprimersi attraverso una consultazione popolare“. Il progetto di ospitare nella cosiddetta “Ederle 2“ alcune migliaia di soldati Usa e riunire quindi la 173.a brigata aviotrasportata, attualmente divisa tra Vicenza e la Germania, ha così subito una definitiva battuta d`arresto. L`ambasciatore Usa in Italia, Ronald Spogli, ha sottolineato che “le truppe Usa di ritorno dalle missioni in Afghanistan possono fare esercitazioni a Vicenza con le controparti italiane che si stanno preparando a entrare in servizio sullo stesso teatro“ di guerra. In una Vicenza governata dal centrosinistra di Variati – eletto in controtendenza al nazionale anche per le perplessità sulle procedure adottate per la “Ederle 2“ dal suo predecessore di centrodestra, Enrico Hullweck (Fi) – l`articolato fronte del “no“ ha esultato. “Finalmente giustizia è stata fatta“, afferma Cinzia Bottene, leader dei Comitati “No Dal Molin“ divenuta consigliere comunale. Una sentenza “che difende la legalità più volte calpestata“, per il Presidio permanente No Dal Molin. A seguire, entusiasti, Prc, Pdci e Sinistra democratica. Per contro, il Comitato per il “Sì Dal Molin“ annuncia l`avvio di una raccolte firme e di azioni di “controinformazione“.