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Ederle 2, gli Usa vanno avanti Rispettiamo tutte le norme

Tre giorni dopo la consultazione autogestita di domenica, la Setaf dirama un comunicato ufficiale in cui precisa la posizione del comando americano Ederle 2, gli Usa vanno avanti «Rispettiamo tutte le norme» di Gian Marco Mancassola Gli americani vanno avanti. Forse non occorreva esplicitarlo, ma in viale della Pace hanno preferito mettere in chiaro la posizione del comando Usa ieri, due giorni dopo la chiusura dei gazebo del sondaggio autogestito sulla base Usa. «Saranno rispettate tutte le norme in merito alla procedura di realizzazione dell’ampliamento del nuovo insediamento militare americano al Dal Molin», si legge in una nota diramata dalla Setaf. L’operazione "Ederle 2" non si ferma. PROVE DI DIALOGO. Il giorno dopo la consultazione fai-da-te, il sindaco Achille Variati aveva difeso la rilevanza del voto espresso da 24 mila vicentini, parlando di grande momento di democrazia e partecipazione, un evento senza precedenti per Vicenza. Il sindaco lunedì aveva annunciato che il risultato del voto, che potrebbe ispirare una delibera comunale, sarebbe stato comunicato «ufficialmente agli americani e al governo». Per Variati due sono i casi: «Gli uni e gli altri potranno ignorare questo campanello d’allarme, oppure rispondere alla mia richiesta di dialogo». Variati aveva parlato anche di rischio di tensioni in caso di imposizione e chiusura, appellandosi direttamente agli americani, gratificati per aver atteso il referendum prima di avviare le demolizioni, ma avvisati sul rischio che si ingeneri un clima di ostilità se non si avviano forme di dialogo. E proprio lunedì all’ora di pranzo la Setaf si era fatta viva per prenotare un colloquio telefonico fra Variati e il comandante statunitense William Garrett III. PARLA LA SETAF. Per evitare di essere tirati per la giacchetta e di cadere nel tranello delle strumentalizzazione dei silenzi, la Setaf ieri ha rotto gli indugi, precisando la propria posizione: «In ossequio al profondo legame di amicizia e collaborazione che lega da oltre 50 anni gli Stati Uniti a Vicenza, il comando Setaf desidera ribadire che verranno puntualmente rispettate tutte le norme in merito alla procedura di realizzazione dell’ampliamento del nuovo insediamento militare americano al Dal Molin. Pertanto, ogni ulteriore sviluppo seguirà la legislazione italiana che pone in capo ad una Commissione mista costruzioni italo-americana qualsiasi decisione e la conseguente, corretta implementazione progettuale».Una doppia risposta a chi mette in dubbio il rispetto della normativa in materia ambientale. La seconda parte del comunicato suona poi come una ulteriore conferma che il treno del Dal Molin è in movimento e non può essere fermato: «Nel ringraziare le istituzioni italiane per il risultato finora conseguito, il comando Setaf esprime grande soddisfazione per la riconferma, con decreto del presidente della Repubblica, dell’on. Paolo Costa nell’incarico di commissario straordinario e ne riconosce la figura di interlocutore primario fra le autorità statunitensi e italiane a ogni livello di governo, per il coordinamento di tutte le attività necessarie all’esecuzione dell’intervento». IL GOVERNO. Provando a tradurre dal gergo delle diplomazie, la Setaf lancia un messaggio chiaro a palazzo Trissino: i governi dialogano con i governi, non con i Comuni; quindi, l’interlocutore privilegiato rimane il rappresentante del governo italiano, Paolo Costa. Quello stesso Paolo Costa, da tempo in rotta di collisione con la giunta e il sindaco Variati, che ha così bollato il referendum autogestito: «Fa piacere vedere certificato che il 72 per cento dei vicentini non si oppone al rispetto degli impegni assunti dall’Italia con la decisione di ampliare la base Usa». La parola torna oggi al Tar del Veneto. Non è semplice districarsi nel prolisso legal thriller del Dal Molin. Nel corso del 2008, infatti, si sono dipanati due filoni paralleli. Il primo vede nei panni dell’"accusa" il Codacons e i comitati del No, che un anno fa avevano presentato un ricorso per dichiarare illegittimo l’iter procedurale della Ederle 2. La "difesa" è invece rappresentata dall’Avvocatura di Stato, che tutela il governo. Il secondo filone interessava invece la consultazione popolare sul Dal Molin: questa volta i ricorrenti erano rappresentanti del comitato favorevole alla Ederle 2, mentre era il Comune a dover resistere dall’assalto. Entrambi i ricorsi hanno finora esaurito la fase cautelare, nella quale i giudici si sono espressi sulla richiesta di sospensiva, che viene adottata quando ancora non ci sono tutti gli elementi per formulare la decisione finale, ma si intravede il "fumus". Ora tocca alla sentenza di merito, il giudizio definitivo. Oggi è fissata l’udienza davanti al Tar per il giudizio nel merito sul ricorso del Codacons e dei comitati del No, a cui si è agganciato anche il Comune. Sarà soprattutto una sfida fra perizie. Il commissario Paolo Costa ne ha prodotta una realizzata dall’università di Padova, il Comune risponde con una analisi del Centro idrico di Novoledo, a cui i comitati aggiungono una ulteriore perizia. Chi vincerà?
 

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