“Il progetto finale non c`è ancora, gli Usa dichiarano di essere pronti a iniziare i lavori non prima di ottobre: perché allora tanta urgenza da parte dell`Avvocatura di Stato?“. Attacco e contrattacco. Sullo scacchiere del Dal Molin governo e Comune stanno dispiegando le loro strategie per darsi battaglia il 29 luglio al Consiglio di Stato. Il pomo della discordia è il ricorso del governo contro lo stop ordinato dal Tar a giugno. Sul banco degli imputati c`è la catena di autorizzazioni, che secondo il tribunale amministrativo del Veneto presenta lacune tali da indurre a sospendere in via cautelare l`iter. Qui sta il punto: secondo gli avvocati dello Stato, l`autorizzazione finale non c`è perché ancora non c`è il progetto definitivo della Ederle 2; questa rivelazione, però, secondo il Comune rischia di diventare un autogoal per il governo. IL VERBALE. Il compito di delineare le prossime mosse dell`amministrazione comunale è stato assegnato ieri all`assessore agli Affari legali Antonio Marco Dalla Pozza. Per il Comune, l`assenza del progetto finale rimette in discussione tutto l`iter della base Usa. “Se non c`è il progetto – sostiene l`amministrazione attraverso Dalla Pozza – non c`è nemmeno l`urgenza della consegna dell`area. Quindi è evidente che tutta questa fretta è soltanto di tipo politico, in un contesto nel quale il governo italiano, rispetto agli americani, si dimostra “più realista del re“. Da ulteriore documentazione acquisita, del resto, fin dal febbraio di quest`anno risultava che l`area sarebbe stata consegnata agli americani dal 30 giugno 2008, ma che i lavori non sarebbero iniziati prima dell`1 ottobre“. Dalla Pozza si riferisce al verbale dell`ultima riunione tenuta al Geniodife il 29 febbraio, in cui le autorità statunitensi si dichiaravano pronti ad avviare il cantiere vero e proprio non prima di ottobre. Non a caso, la pista dell`aeroporto civile potrà continuare a funzionare fino al 30 settembre. Ottobre, a questo punto, diventa il mese cruciale sulla via del Dal Molin: nell`arco di pochi giorni si accavalleranno la consultazione comunale, la sentenza nel merito del Tar e l`eventuale avvio del cantiere. L`AMBIENTE. Il punto in cui il Comune, che si affiancherà a Codacons e comitati, cercherà di sfondare la linea Maginot dell`Avvocatura di Stato è la tutela dell`ambiente e dell`ecosistema in cui è collocato il Dal Molin. “Mancando il progetto definitivo sulla zona ovest – osserva Dalla Pozza – non si capisce ad esempio su cosa sia stata espressa la Vinca, ovvero la valutazione di incidenza ambientale, dal momento che cambiando la posizione della nuova base, cambiano probabilmente anche le condizioni di impatto sul territorio“. Trasferendo l`installazione militare dal lato est dell`aeroporto a quello ovest, infatti, cambiano molti fattori: primo fra tutti la vicinanza al Bacchiglione, che farà da confine naturale della base, ma anche alle risorgive. Per Dalla Pozza diventa ancora più importante il voto del consiglio comunale, che insiste sugli aspetti ambientali e sottolinea la decisione del Comune di chiedere la valutazione d`impatto ambientale (Via), mai richiesta fino ad ora dal Governo italiano, vale a dire uno strumento di analisi molto più approfondito rispetto alla Vinca. AIM. L`assessore ieri ha incontrato Lorenzo Altissimo, direttore del centro idrico di Novoledo: “Qualora la base dovesse essere realizzata – riferisce Dalla Pozza – il consumo di acqua sarà limitato a quello delle effettive utenze: 2 mila persone, non dieci volte tanto“.