Luglio ad alta tensione per le bollette elettriche: in agguato c`è una nuova stangata che potrebbe fare registrare alle tariffe un rincaro fino all`8% al lordo della tasse. Vale a dire un altro aumento, che si va ad aggiungere a quelli messi a segno negli scorsi trimestri, che peserebbe con un impatto di 35 euro per la sola voce “luce“ sul bilancio annuale delle famiglie italiane. Le nuove stime, a pochi giorni dall`atteso aggiornamento dell`Authority per l`energia cui spetta l`ultima parola, arriva dal Ref che spiega come l`organismo di vigilanza, questa volta, abbia pochi margini di manovra. L`Autorità difficilmente potrà cioè compensare l`impatto del caro-greggio, causa principale dei rincari, modulando le altre voci tariffarie come ha fatto nell`ultimo trimestre che si concluderà questa settimana. “È corretto immaginare che aumentino, perché il prezzo del petrolio non tende a diminuire, anzi tende ad aumentare“, ha spiegato ieri dai microfoni dei Gr2 anche l`amministratore delegato dell`Enel, Fulvio Conti, ricordando che “dipendiamo fortemente dal costo delle materie prime, che continuano a salire. Siamo gas-dipendenti ed il gas è legato al petrolio: se sale il petrolio sale anche il gas e, purtroppo, salgono anche le bollette“. Le tariffe, ha comunque tenuto a precisare Conti, “salgono molto meno di quello che dovrebbero, nell`ultimo anno il costo della materia prima è salito del 70% mentre le bollette soltanto del 10%“.E mentre i consumatori del Codacons tornano a chiedere di “eliminare i cosiddetti extra-costi che pesano sugli importi delle bollette per oltre il 6%“, il Ref precisa che con i consistenti aumenti del greggio “un rialzo dei costi di produzione dell`energia elettrica è inevitabile“. E, le previsioni da qui a fine anno, “non lasciano ampi spazi di manovra per evitare un forte aumento per famiglie e piccole e medie imprese“. “L`Autorità non ha molti margini di manovra“, spiega ancora il Ref ricordando che “in occasione dell`aggiornamento per il trimestre aprile-giugno ha potuto contenere l`aumento grazie alla riduzione degli incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate e dei costi già sostenuti dalle imprese elettriche e non recuperabili in seguito alla liberalizzazione del mercato“.