Mentre nasceranno nelle prossime settimane tre grandi poli di tutela civica, uno al nord, uno al centro e uno al sud, grazie ai fondi CODACONS/IICA, in cui saranno disponibili sofisticati apparecchi di misura dei campi elettrici e del rumore con tecnici in grado di allertare le popolazioni nelle situazioni a rischio, a Bologna gli ambientalisti, invitati al convegno ARPA sull’elettrosmog lo contestano duramente sia perché non impostato per l’affermazione del principio di precauzione sia per le significative assenze, come quella dell’ISPESL istituto del Ministero della Sanità che ha in questi anni contribuito più di tutti allo studio del problema e ai documenti tecnici più prevenzionisti possibile a favore delle popolazioni. Il CODACONS, dunque annuncia la imminente erogazione di borse di ricerca nel campo della prevenzione per individuare una pipecable in grado di coprire i cavi di alta tensione aerei ed evitare l’inquinamento da onde elettromagnetiche. Intanto a Bologna CODACONS ALCE e VAS, le tre più importanti organizzazioni di difesa dei cittadini diffonderanno oggi il seguente documento di contestazione del convegno ARPA: CONVEGNO SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI ORGANIZZATO DA ANPA E ARPA EMILIA ROMAGNA A BOLOGNA – 6 E 7 NOVEMBRE 2000 J Il Coordinamento Nazionale ALCE (Associazioni e comitati in lotta contro l’elettrosmog), il CODACONS (Coordinamento associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) e la VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società) CONTESTANO TALE CONVEGNO IN QUANTO ORIENTATO AD AFFERMARE UNA CONCEZIONE SVILUPPISTA ED ANTIPRECAUZIONISTA ATTRAVERSO L’INVITO DI RELATORI NOTORIAMENTE NON SCHIERATI PER LA PREVENZIONE E LA TUTELA DELLA SALUTE DELLA POPOLAZIONE, DEI LAVORATORI E DEI CONSUMATORI: LA PARTECIPAZIONE DEL PROF. MALTONI E DEL DOTT. COMBA NON APPAIONO SUFFICIENTI A BILANCIARE I CONTENUTI DI DETTO CONVEGNO La posta in gioco infatti in questo Convegno non è la ricerca sperimentale o la valutazione del rischio, per i quali aspetti i richiamati Maltoni e Comba costituiscono una garanzia, ma la gestione del rischio (risk management) e l’affermazione, in concreto, del principio di precauzione applicato alla tutela dai c.e.m. Il principio di precauzione, che per la tutela ambientale è affermato nel Trattato di Amsterdam della U.E. (art.174) è stato richiamato come applicabile alla tutela sanitaria degli esposti ai c.e.m. dal Parlamento Europeo con le Risoluzioni 5 maggio 1994 e 10 marzo 1999 e dalla delegazione italiana al Consiglio dei Ministri della U.E. in data 13 novembre 1998. La posizione italiana è stata poi ripresa dalla Confederazione Elvetica con la Ordinanza NIR n.814710 del 29 dicembre 1999 e dalla Regione dei Valloni. Tale posizione, cioè l’assunzione del principio di precauzione come principio di sanità pubblica , è al momento questione dirimente. Il Convegno, in base al programma, non affronta tale questione ma divaga su questioni non attuali, quando non fa mera pubblicità all’ANPA e ARPA, che finora non hanno certo brillato per spirito prevenzionistico (come dimenticare le loro relazioni che riportavano i limiti CENELEC o ICNIRP come limiti appropriati per la tutela sa nitaria, sebbene per questo non competenti!) ed è perciò fuorviante e negativo. Ma al Convegno è stato invitato e viene presentato nel ruolo prestigioso di rappresentante OMS il dr. Repacholi, colui che ?secondo Microwaves News- ha tenuto nel cassetto per un anno, prima di pubblicarli i risultati sconvolgenti dello studio sui ratti transgenici esposti ai telefonini GSM. Colui che ha presieduto l’IRPA/INIRC ed ha avallato le linee guida ICNIRP 1998, premendo perché fossero adottate- con il voto contrario dell’Italia e del Parlamento Europeo- dal Consiglio della U.E. nella Raccomandazione 519/1999. Colui che quando la Conferenza Internazionale dell’OMS ?Ambiente e Salute? di Londra del 1999 ha stabilito che in materia sanitaria occorre attenersi ?scrupolosamente al principio di precauzione?, ha emanato una Comunicazione (OMS 29.03.2000) dal contenuto equivoco che ha fatto starnazzare ?gli esperti ? nostrani legati all’industria, come se l’affermazione della Conferenza di Londra non suonasse a sconfessione di quanti, come loro, hanno sempre divulgato l’applicazione di misure solo per effetti acuti accertati. A questo Convegno non è stato invitato nessun membro della delegazione italiana al Consiglio della UE, tra gli scienziati che da tempo hanno posto la questione del principio di precauzione come principio di sanità pubblica. Non è stato invitato alcuno dei ricercatori e scienziati che hanno firmato le Risoluzioni di Roccaraso e di Salisburgo (2000). E’ assente L’ISPESL che con la sua Nota aggiuntiva al Documento congiunto ISPESL-ISS sulla problematica dei campi elettromagnetici del 1998 ha introdotto in Italia e in Europa (poi seguito dal BUWAL elvetico) il valore di cautela per i campi in radiofrequenza di 6 Volt/m. PER TALI MOTIVI CONTESTIAMO TALE CONVEGNO COME OPERAZIONE DI CONFONDIMENTO DI UNA VERITA’ CHE I CITTADINI DA TEMPO HANNO CAPITO: L’ESPOSIZIONE ELETTROMAGNETICA E’ CANCEROGENA, GENOTOSSICA, NEURODEGENERATIVA E IMMUNODEPRESSIVA ALCE CODACONS VAS Ciclinprop. Roma, 6.11.2000