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ENTI PUBBLICI: IL CODACONS INTERVIENE SULLE DISMISSIONI IMMOBILIARI




Finalmente la dismissione degli immobili degli enti pubblici è entrata nella fase cruciale. Tuttavia la lentezza con la quale si è proceduto a detta operazione ha creato non pochi problemi a chi ha manifestato l’intenzione di acquistarli. Inoltre, dal 1996 ad oggi, non sono state regolarizzate le situazioni di coloro che solo successivamente si sono trovati nelle condizioni previste dalla legge per effettuare gli acquisti. Vi è poi un altro fenomeno che danneggia i consumatori. Un associato del CODACONS si è rivolto all’associazione perché dal 2000 è residente in un appartamento di cui paga regolarmente l’affitto, inizialmente convivente con un familiare di 7° grado, nonchè affine di 2°, ed ora non più convivente solo per il fatto che non lui, ma il familiare ha dovuto lasciare l’appartamento per motivi di salute. Ebbene, a questo cittadino viene negato qualsiasi diritto di acquisto o di sanatoria. La prelazione infatti gli viene negata perché del termine familiare si dà un’interpretazione identica a quella che il Codice civile riserva al termine parente. Interpretazione restrittiva, afferma il CODACONS, in quanto i due termini non sono affatto sinonimi. Così facendo, inoltre, si rischia di avvantaggiare società interessate all’operazione di cartolarizzazione rispetto a soggetti che sono da tempo residenti nell’appartamento. L’associazione sottolinea poi come il ritardo delle operazioni stia arrecando danni anche a chi ha già esercitato il diritto di prelazione e che da allora ha dovuto congelare ogni altra operazione di investimento immobiliare alternativa. Per tutti questi motivi il CODACONS presenta una diffida al Ministero del Lavoro e alla Commissione Enti Previdenziali della Camera dei Deputati, con la quale chiede di fornire immediatamente spiegazioni sull’interpretazione da dare al termine ?familiare?, atteso che esso non può con disinvoltura essere equiparato al termine parente, come la nozione dell’impresa familiare data dal codice dimostra ampiamente e sul motivo per il quale non viene sentita l’esigenza prima di arrivare ai rogiti di fare un’ultima operazione di regolarizzazione, in considerazione del fatto che sono trascorsi più di cinque anni dall’ultima effettuata e medio tempore si sono create nuove situazioni sicuramente meritevoli di tutela.

Inoltre il CODACONS ha diffidato gli enti sopra citati a non far pagare ai consumatori le proprie lentezze burocratiche: le mensilità pagate come canone di affitto dal giorno dell’esercizio del diritto di prelazione fino al rogito dovranno essere calcolate in conto prezzo e scomputate al momento del versamento dello stesso.

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