La stagione turistica è andata male. In termini assoluti e ancor piu’ in termini relativi. Presentando il rapporto dell’Osservatorio Nazionale del Turismo sull’estate 2008, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Michela Vittoria Brambilla, non nasconde il disappunto e riconosce che "i risultati conseguiti quest’anno dal nostro settore turistico sono purtroppo quasi tutti di segno negativo". Un numero minore di italiani è andato in vacanza, i turisti stranieri sono diminuiti, il fatturato complessivo del settore si è contratto: "Se non si è verificato, per nostra fortuna, quella specie di tracollo della domanda che alcuni avevano avventatamente preconizzato, dall’altro, è anche chiaro che siamo difronte ad un bilancio che non può che preoccupare". Leone Di Segno Una estate, quella appena trascorsa, che per il turismo italiano ”è andata male”, perdendo fatturato, presenze e quote di mercato. Ed ora è tempo di ripartire ”con idee e programmi nuovi oppure si rischia di avere il destino segnato”. E’ il massimo responsabile politico del turismo, il sottosegretario Michela Vittoria Brambilla, a fornire un giudizio cosi’ netto sull’andamento della stagione turistica, e lo ha potuto fare sulla base dei dati forniti dall’Osservatorio Nazionale del Turismo, in collaborazione con Banca d’Italia, Unioncamere e Istat. Rispetto al 2007, il 12,2 per cento in più degli italiani è rimasto a casa. Ma a preoccupare l’economia del turismo italiano non sono tanto le mancate partenze dei connazionali, quanto le cifre che mostrano il calo generale di arrivi durante il corso l’estate 2008. A luglio e ad agosto sono stati il 6,1 per cento in meno, rispetto al 2007, gli italiani che sono partiti verso una località italiana per trascorre le vacanze; meno 5,7 per cento i pernottamenti registrati a nome di clienti stranieri. E gli italiani che sono partiti hanno comunque accorciato le loro vacanze in media di due giorni e mezzo. Le strutture alberghiere hanno registrato un calo del tasso di occupazione delle camere del 4,5 per cento, mentre è cresciuto il tasso di occupazione del comparto extra-alberghiero. Le strutture ricettive che hanno subito le maggiori perdite sono quelle situate in montagna (-7,9 per cento) e nelle citta’ d’arte (-1,3 per cento). Il mare si e’ difeso meglio, perdendo solo lo 0,1 per cento. In controtendenza risultano invece i dati relativi alle terme, ai laghi e alla campagna. Nel mese di giugno si è verificato un vero e proprio crollo dei tassi di occupazione (dal 61,3 per cento del 2007 al 51 per cento del 2008), in particolare per le destinazioni di montagna, lacustri e di campagna. Gli stranieri in Italia, tra giugno e luglio, sono diminuiti del 5,7 per cento rispetto agli stessi mesi del 2007 e anche la loro spesa è scesa del 2,7 per cento. La stagione è andata particolarmente male al Sud e nelle Isole: con un calo del 18,4 per cento per quanto riguarda i pernottamenti e del 16,5 per cento sul fronte degli arrivi. Per il sottosegretario Brambilla questo calo era tuttavia ”prevedibile” per lo scandalo dei rifiuti di Napoli; ”prevedibile” anche la perdita dei turisti americani (-25,3 per cento), per il basso valore del dollaro rispetto all’euro e per la crisi economica e finanziaria degli Usa. Da ”non prendere sotto gamba”, secondo il sottosegretario Brambilla, il calo dei turisti tedeschi, austriaci e svizzeri e di quelli provenienti dal sud est asiatico. Dalla denuncia alle ricette. Per migliorare la condizione del turismo in Italia, secondo il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, bisogna puntare di più sul coordinamento tra enti, per una politica unitaria. Per il direttore generale della Fipe-Confcommercio, Edi Sommariva, ”bisogna inventare un nuovo modello di turismo, fatto di servizi integrati che rappresentano il vero tessuto connettivo del paese, la valorizzazione delle risorse che rende appetibile un luogo”. Più netto e decisamente pessimistico il giudizio del Codacons:”gli italiani hanno semplicemente finito i soldi”. Ed analizzando solo la settimana di Ferragosto, l’Istat rileva che negli alberghi italiani, rispetto al 2007, gli arrivi sono diminuiti del 2,1 per cento, ma sono aumentati dell’1,6 i giorni di presenza. A questo punto sarebbe ”Necessaria e urgente una risposta chiara sulle politiche per il turismo, già nella Finanziaria 2009, che le forze parlamentari intendono sostenere con la massima collaborazione e unita”’. Ad affermarlo in una nota è Pierluigi Mantini, l’esponente del Pd e presidente dell’Osservatorio parlamentare per il turismo.