Mancano 47 giorni all’entrata in vigore dell’euro. Mancano 47 giorni all’entrata, nella nostra vita, di grande confusione e caos, dovuti al cambio di valuta al quale in pochi sono preparati. Da mesi si rincorrono notizie preoccupanti circa possibili arrotondamenti dei prezzi di beni e servizi. Notizie che non promettono niente di buono.
Pare, infatti, che la tendenza predominante sia quella dell’arrotondamento selvaggio, logicamente per eccesso. E chi farà le spese di questa situazione sarà il consumatore. Per evitare un euro-sciacallaggio da parte di commercianti, enti pubblici e privati e soggetti economici vari il CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti), in un incontro tenutosi oggi presso la Residenza di Ripetta, ha chiesto ufficialmente al Governo un decreto ?blocca prezzi?. I consumatori, in parole povere, chiedono garanzie al Governo italiano, attraverso l’emanazione di un apposito atto legislativo che blocchi coattivamente i prezzi di beni e servizi dal 1 gennaio al 28 febbraio 2002. Solo così, infatti, sarò possibile evitare impennate selvagge dei prezzi e tutelare i cittadini. Il CODACONS, associazione facente parte del CNCU, ha chiesto inoltre pesantissime sanzioni per i contravventori, prima fra tutte la chiusura dell’esercizio commerciale per un periodo minimo di 6 mesi.
Nel caso in cui tale blocco non dovesse diventare realtà il CODACONS si prepara a dare battaglia agli aumenti dei prezzi, sguinzagliando in tutta Italia i propri attivisti che controlleranno i prezzi praticati, e chiedendo inoltre la chiusura per quei negozi che si avvantaggeranno dell’entrata in vigore della moneta unica creando un danno al consumatore.
Sempre per restare in tema di negozi il CODACONS svela oggi i risultati di un’indagine effettuata in tutta Italia per verificare quanti esercenti espongono i prezzi nella doppia valuta. Ebbene in media solo un negozio su 5 (circa il 20% di tutti gli esercenti) indica il prezzo sia in Euro che in Lire. Dall’indagine è emerso che, a parte i centri commerciali e i supermercati, i venditori al dettaglio sono decisamente restii ad indicare i prezzi in euro. Ciò in controtendenza rispetto a precise direttive del Ministero dell’Industria. Sarà questa una delle cause che rende il consumatore italiano del tutto impreparato alla nuova moneta? Probabilmente si. Il dato certo è quello che vede 2 consumatori su 3 dichiararsi impreparati all’euro. Il preoccupante dato emerge da un’altra indagine del CODACONS, svolta telefonicamente su 1.000 consumatori. Di questi 650 hanno affermato di essere molto preoccupati per la situazione che si creerà dal 1 gennaio 2002, e di non saper far fronte alla novità dell’euro. Solo 220 persone hanno invece affermato di sapere molto sull’euro e quindi di essere preparati all’entrata in vigore della nuova moneta. I restanti 130 dichiarano di non esser preoccupati, nonostante non sappiano molto della moneta unica e degli effetti che produrrà sulla vita di tutti noi.