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FERMO AMMINISTRATIVO: ENNESIMA SCONFITTA PER MONTE DEI PASCHI E AGENZIA DELLE ENTRATE






Nuova vittoria del Codacons, stavolta in sede civile, sul fermo amministrativo. La II sezione del Tribunale Civile di Roma, infatti, ha accolto un ricorso d’urgenza presentato esclusivamente dal Codacons contro un provvedimento di fermo amministrativo, e ha bloccato la pratica delle ganasce fiscali contro cui l’associazione ha vinto anche al Tar Lazio e al Consiglio di Stato.

Nel motivare la sua decisione il Tribunale ha confermato di fatto quanto già sostenuto dal Tar, affermando: ?in mancanza del necessario provvedimento attuativo della nuova disposizione normativa in materia, sussiste il requisito del fumus boni iuris, ravvisandosi carenza assoluta di potere in capo al concessionario ad emettere, allo stato, il provvedimento di fermo adottato nei confronti di parte ricorrente in quanto un precetto privo della sua norma di attuazione, non esprimendo forza cogente, è del tutto inapplicabile?.

Il Tribunale sostiene inoltre: ?va ricordato che la tutela cautelare d’urgenza è ammissibile quando il diritto azionato è esposto a pregiudizio irreparabile in attesa della definizione di un ordinario processo di cognizione volto ad accertare la sua esistenza; nel caso in esame tale requisito sussiste in quanto la indisponibilità del veicolo sottoposto a fermo, utilizzato dall’istante per le esigenze di lavoro e per la sua vita di relazione, gli arrecherebbe un pregiudizio difficilmente suscettibile di integrale ristoro per equivalente?.

Il Tribunale quindi, con la sentenza 44533/04, ?ordina alla Monte dei Paschi di Siena di non chiedere al Conservatore del P.R.A. di Roma l’iscrizione del fermo amministrativo della autovettura targata [?] ovvero, qualora tale richiesta fosse stata già avanzata, di chiedere la cancellazione di tale iscrizione?.

Si tratta di una importante sentenza ? sostiene il Presidente Codacons Carlo Rienzi, che ha promosso il ricorso d’urgenza ? che rappresenta la sconfitta definitiva anche in sede civile delle cosiddette ganasce fiscali, bocciate anche da Tar e CdS, riconoscendo così i diritti di oltre 250.000 cittadini vessati dall’odiosa pratica dal sapore medievale.

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