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Ferrovie: l’Alta Velocita’ a Montezemolo

L’Antitrust ha preso sotto mira il gruppo Ferrovie dello Stato (FS) e la controllata RFI (Rete ferroviaria italiana). L’Autorità garante per la concorrenza ha avviato un’istruttoria per verificare se le due società abbiano posto in essere azioni tali da costituire un abuso di posizione dominante nei mercati nazionali dell’accesso alle infrastrutture ferroviarie. Quelle necessarie per effettuare il trasporto di passeggeri, in particolare quello sulle linee ad alta velocità. Un settore e un mercato, è appena il caso di ricordarlo, che promettono di assicurare lauti ricavi ed utili per le società private che vi opereranno. Tra queste la Ntv (la Nuovo trasporto viaggiatori) messa in piedi da nomi mica da poco. Ci sono Luca di Montezemolo (18,13%), Diego Della Valle (18,13%), Gianni Punzo (18,13%), Intesa San Paolo con Imi Investimenti (21,40%), Assicurazioni Generali (16,10%), Alberto Bombassei con Nuova Fourb (5,40%) e Giuseppe Sciarrone con Reset 2000 (2,60%). La nuova società ha pianificato di iniziare nel 2011 e a tale fine ha chiesto, per tempo, l’accesso alle infrastrutture di proprietà del gruppo FS. Ed in tale prospettiva Ntv ha presentato una denuncia secondo la quale RFI avrebbe posto in essere comportamenti dilatori di fronte alla richiesta, avanzata da Ntv, di accesso ed utilizzo del Centro di manutenzione e delle infrastrutture tecniche dell’impianto Dinamico Polifunzionale del Nodo di Napoli e di accesso agli Spazi nei fabbricati viaggiatori. Il provvedimento è stato notificato nel corso di alcune ispezioni effettuate dall’Antitrust in collaborazione con la Guardia di finanza. L’istruttoria, che terminerà nel dicembre 2009, dovrà stabilire se il comportamento di FS e RFI sia ingiustificato e tale da ostacolare l’ingresso di un nuovo concorrente in un mercato appena liberalizzato, favorendo la controllata Trenitalia, e causando un danno al consumatore finale.

Clientela d’elite e pendolari
Un consumatore finale che però non si identifica con il cittadino medio, con il pendolare che ogni giorno prende il treno per andare a lavorare, imprecando contro i ritardi affrontati e la sporcizia delle carrozze. Non riguarda quel tipo di clientela perché le tariffe praticate dalle Ferrovie dello Stato non sono sufficientemente remunerabili per coloro che intendono investire nel settore. E perché quella clientela, operai, impiegati e gente comune, non può rappresentare certo il “target”, l’obiettivo clientela, del gruppo confindustriale. La clientela a cui punta la società confindustriale NTV è invece quella di elite, professionisti e uomini di affari che saranno disposti a farsi 3 ore e mezzo di viaggio sulla Roma-Milano in alternativa ad un viaggio da Fiumicino alla mal servita Malpensa, situata a mezz’ora di ferrovia da Milano. Questo altro tipo di clientela non batterà ciglio nel mettere mano al portafoglio per avere in cambio puntualità ed un più che buono servizio a bordo da parte di società pubbliche (Trenitalia) o private (appunto Ntv). Resta però la sorpresa, ma nemmeno poi tanto in fondo, dell’atteggiamento di una società non ancora operativa, che dovrà operare, pagando un affitto, su linee ferroviarie costruite con soldi pubblici, e che già si atteggia a padrona del mondo. Sarà questa la Legge del Libero Mercato ma siamo in Italia e sappiamo bene che con la scusa del Libero Mercato si sono compiuti non pochi errori ed orrori consegnando settori dalle uova d’oro (un tempo pubblici) alla voracità di soggetti privati. Non vorremmo insomma che una volta avviata in Italia l’Alta Velocità, il soggetto pubblico, cioè lo Stato, decida di ritirarsi del tutto dal settore, consegnandolo nelle ferme mani di Montezemolo che, dopo aver perso la presidenza di Viale dell’Astronomia, si sente portato a lanciare il cuore al di là dell’ostacolo. Verso traguardi che non siano quelli offerti da una Ferrari e di una Fiat delle quali non è proprietario né socio e per le quali deve limitarsi a fare l’uomo immagine nel mondo.
Per commentare l’iniziativa dell’Antitrust, non poteva mancare il commento del presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che però non sembra avere ben chiara la situazione del settore. Rienzi ha infatti espresso soddisfazione per l’apertura dell’inchiesta.
Da anni, ha ricordato, il Codacons denuncia che nel settore ferroviario manca totalmente la concorrenza, e tale fattore determina “tariffe eccessivamente elevate rispetto alla qualità del servizio, e rincari continui a danno degli utenti”. Da qui l’ulteriore richiesta all’Antitrust di valutare se il comportamento delle Ferrovie sia stato anticoncorrenziale abbia arrecato danni economici agli utenti del servizio e quantificare gli stessi danni. In tal caso, è la conclusione, i cittadini potrebbero addirittura chiedere la restituzione delle maggiori somme pagate a causa della mancanza di concorrenza e dell’apertura ad altri operatori. Una replica è doverosa. Non vediamo davvero dove possano esistere società private disposte ad operare su linee ferroviarie fatiscenti e per il cui ammodernamento sono necessari miliardi di euro. Investimenti per il cui ammortamento saranno necessari decenni e ai quali nessun privato vorrà o potrà contribuire. C’è poi da ricordare che sulle linee ordinarie, comprese quelle a breve e medio tragitto dei pendolari, sono in vigore abbonamenti mensili e sconti che tagliano ulteriormente i guadagni degli operatori. Insomma le osservazioni del Codacons sembrano improntate più a dichiarazioni di principio che ad una attenta analisi della realtà. Ne deriva che in questo, come in altri casi, l’arrivo del Mercato non comporta vantaggi per il cittadino-consumatore o utente. Anzi semmai è il contrario. Perché, se il soggetto pubblico la cui presenza presuppone un approccio più sociale e rivolto alla tutela dell’utente, si ritirasse dal settore, anche in conseguenza di imposizioni da parte di Bruxelles e dall’impossibilità di reperire risorse dal bilancio pubblico, il settore verrebbe di fatto privatizzato. E un operatore privato potrà fare il proprio comodo, praticare le proprie tariffe e incamerare ricavi eclatanti. Sulle linee di lusso e sulle altre popolari.

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