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FISCO: IL CODACONS CHIEDE AL MINISTRO TREMONTI DI DIMOSTRARE CHE LO STATO QUANDO SBAGLIA PAGA







In una lettera al nuovo Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, al direttore dell’ Agenzia delle Entrate, Massimo Romano e al Comandante della Guardia di Finanza, il collegio di presidenza del Codacons – dopo avere constatato che sono già 75.000 i cittadini che hanno scaricato dal sito www.codacons.it il modello per chiedere il risarcimento del danno per l’illegittima immissione on line della propria denuncia dei redditi – chiede un urgente incontro per definire insieme un codice condiviso di regolamentazione dell’accesso dei cittadini alle denunce dei redditi, da diffondere attraverso i siti di tutte le associazioni dei consumatori e contribuenti.

Ma soprattutto il Codacons ha sollecitato un incontro con il nuovo Ministro, ora che l’illegittimità dell’atto è stata accertata dal Garante della Privacy, al fine di evitare inutili strascichi giudiziari e un enorme contenzioso da parte di milioni di cittadini.

“Per dare l’immagine di uno Stato che se sbaglia paga – afferma il Presidente, Carlo Rienzi – abbiamo chiesto di concedere un “bonus” di 50 euro in favore di ciascun contribuente, da detrarre automaticamente nella denuncia dei redditi dall’imposta da pagare quest’anno, quale indennizzo formale per la lesione subita ai propri diritti. Tanto più – prosegue Rienzi – che ormai un vero risarcimento è divenuto impossibile, data l’impossibilità di cancellare definitivamente dal web i dati sui redditi degli italiani, che per decenni continueranno a girare in tutto il mondo”.

Resta in ogni caso confermata l’azione del Codacons per chiedere 20 miliardi di euro di risarcimento per i danni subiti dalla collettività in relazione alla pubblicazione illegittima delle dichiarazioni dei redditi.

L’associazione infine fa un appello al Garante per la Privacy:

“Chiediamo al Garante di rendere totalmente gratuiti i ricorsi dei cittadini che vogliano chiedere i 520 euro di risarcimento per aver visto la propria privacy violata. Imporre un balzello da 150 euro per far valere i propri diritti – conclude Carlo Rienzi – è in questo caso profondamente ingiusto, considerato che l’errore è statO commesso unicamente e in modo incontrovertibile dalla Pubblica Amministrazione”.


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