Grande ressa nelle strade del centro e nelle vie più commerciali di Milano. Ma il termometro delle vendite di questo secondo weekend di shopping natalizio segna, nei negozi, meno 20 per cento. Un dato fornito dall´Unione del commercio e ribadito dal Codacons. Ma, mentre i commercianti sono in crisi, le grandi catene distributive appaiono in crescita. Benetton registra un aumento del 10 per cento delle vendite rispetto all´anno scorso, con uno scontrino medio di 50 euro. Alla Mondadori Multicenter più 8 per cento, con una spesa media di 20 euro e punte di 300 per i videogames. Da Fnac siamo a un più 5 per cento e da Darty, la catena specializzata in computer, tv ed elettrodomestici, gli incassi sono aumentati del 20%. Lo scontrino medio è di 70 euro, che sale a mille quando si tratta di apparecchiature elettroniche. Buono anche il bilancio della Rinascente, dove per due giorni consecutivi gli ingressi sono stati "dosati" a causa dell´enorme flusso di pubblico. «Manteniamo bene le nostre posizioni – conferma Sonia Burgazzi, la direttrice – Tra domenica e lunedì abbiamo avuto almeno 150mila presenze». La corsa ai regali, insomma, decolla nei grandi magazzini ma non nei negozi al dettaglio e in molte boutique del lusso. Anche se il centro e le strade più commerciali di Milano sono assediate da una folla enorme, molte casse non fanno il pieno di euro. Ieri, muoversi in corso Vittorio Emanuele, piuttosto che in Buenos Aires o in Vercelli, non è stata una impresa facile. La gente era tanta e, intorno al Duomo, i biglietti della metropolitana sono andati esauriti in parecchie edicole. Per il ponte dell´Immacolata, dice Atm, 350mila milanesi hanno scelto di lasciare a casa l´auto per muoversi sui treni sotterranei. E intanto, a meno 16 giorni al Natale, i commercianti fanno i conti con la "febbre del regalo" che stenta a decollare. «C´è ressa nelle strade ma la gente guarda le vetrine e non mette mano al portafogli» spiega Giorgio Montingelli, coordinatore delle associazioni di via che fanno capo all´Unione del commercio. Ed è proprio Montingelli che parla di un calo nelle vendite del 20 per cento. «Un dato – ricorda – ricavato dal nostro osservatorio composto da una quarantina di negozi». Quelli più ricchi del centro che stanno all´ombra della Madonnina ma anche quelli più commerciali come, ad esempio, Buenos Aires o Vercelli, senza dimenticare zone più periferiche come il Lorenteggio. Per ora il bilancio è amaro. Con la crisi che imperversa, le famiglie stanno bene attente a spendere. E se lo fanno scelgono le grandi catene distributive, in attesa dei saldi che partiranno il 3 gennaio. A rivitalizzare le vendite di Natale potrebbe servire, come ultima chance, la tredicesima. Secondo le prime stime dell´Unione del commercio, quest´anno a Milano e provincia arriveranno circa 2 miliardi di euro, con una media di 1.370 euro per lavoratore. «Ma – come sottolineano gli esperti dell´Unione – la cifra che verrà destinata ai regali non andrà oltre i 250-300 euro a testa, per un totale di 650 milioni». I commercianti, preoccupati per il calo delle vendite, puntano ora il dito contro l´Artigiano in Fiera, concluso ieri a Rho-Pero. «Siamo stati scippati di almeno 100 milioni di euro – conclude Montingelli – soldi portati via anche a Milano perché chi espone in Fiera non risiede qui».