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FUMO PASSIVO: ECCO CHI PUO’ CHIEDERE IL RISARCIMENTO

Dopo la sentenza di ieri del Tribunale Civile di Roma, sezione Lavoro, sui danni da fumo passivo, si apre la strada a migliaia di cause analoghe da parte di lavoratori costretti a convivere con il fumo dei colleghi.

Il Codacons (che in queste ore sta ricevendo centinaia di richieste di assistenza da parte di lavoratori vittime del fumo passivo) ha stilato una breve guida per i cittadini che intendano chiedere il risarcimento dei danni da fumo passivo. I requisiti necessari per valutare la possibilità di un’azione legale sono:


– aver lavorato un certo numero di anni in un luogo di lavoro pubblico o privato;

– non essere fumatore;

– aver subito l’insorgenza di una malattia anche non grave;

– presenza di indizi di nesso causale tra fumo passivo e malattia;

– testimoni o documenti che attestino le condizioni di lavoro;

– meglio se si dispone di una relazione o perizia medica di parte che attesta il nesso di causalità tra la malattia e il fumo passivo;

– non è importante il periodo di insorgenza della malattia; la causa può essere avviata anche da chi è guarito;

– il danno subito può essere anche non grave;

– rivolgersi al Codacons per avere ogni tipo di chiarimento.



Il Codacons fa sapere inoltre che il comitato tecnico scientifico dell’INPDAP ha inserito il fumo passivo tra le linee guida per ottenere la pensione privilegiata o l’equo indennizzo. Tutti i pubblici dipendenti che hanno avuto danni fisici o malattie riconducibili al fumo passivo nelle amministrazioni pubbliche ? sostiene il Codacons – potranno adesso chiedere sia l’equo indennizzo, sia la pensione privilegiata anche se non hanno maturato il massimo dell’età di servizio.



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