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GIORNALISTA DEL TG 2 AVVELENATA AL BAR: PURTROPPO NON E ` UN CASO ISOLATO





Il Codacons, nella persona del presidente, avv. Marco Maria Donzelli, esprime la propria solidarietà per il grave episodio in cui è incorsa la giornalista del Tg2, avvelenata al bar. Purtroppo non si tratta di un caso isolato: 28 luglio 2002 a Cecina muore una donna di 35 anni, il 19 maggio 2002 a Milano servono soda caustica a un bimbo di tre anni, 25 luglio 2001 una ragazza di 23 anni ricoverata a Mantova per ustioni dopo aver bevuto detersivo al posto di acqua minerale, 31 maggio 2001 a La Spezia di nuovo soda caustica al posto di acqua minerale, 27 maggio 2001 succede a Foggia, il 15 marzo 2000 succede a San Miniato (Pisa). Come è possibile che ignari clienti bevino così frequentemente pericolosissime sostanze tossiche al posto delle bibite?
La ragione è semplicissima: nei bar e nei ristoranti, che comprano detersivi in quantità industriali all`ingrosso e quindi in contenitori grandi, travasano, per comodità, queste pericolose sostanze detergenti e disinfettanti in normali bottiglie d’acqua. Essendo piccole, sono infatti più pratiche per un uso quotidiano, rispetto al recipiente originale che può contenere anche decine di Kg o litri di prodotto. In altri casi il cambio del contenitore viene fatto perché sono utilizzate pericolose miscele caserecce derivanti dall’unione di più sostanze industrialmente fabbricate. La bottiglia di acqua minerale si presta a questo utilizzo improprio perché, essendo trasparente, consente di verificare se il prodotto sta finendo. Infine queste bottigliette velenose vengono tenute, sempre per praticità, in prossimità delle lavastoglie e, quindi, non distanti dalle vere bottiglie di acqua. Tutte queste abitudini sono purtroppo diffusissime e sono all’origine dei drammatici casi alla ribalta della cronaca.
Una cosa tanto assurda quanto facilmente evitabile se solo venissero applicate e fatte rispettare le normative in materia o anche solo la semplice regola del buon senso.
Eppure la normativa è chiara. L’art. 9 della L. n. 283 del 30 aprile 1962 stabilisce, ad esempio, che ?le sostanze, il cui impiego non è consentito nelle lavorazione di alimenti e bevande, non possono essere detenute nei locali stessi di lavorazione? e addirittura ?in locali che siano in diretta comunicazione con questi?. Ancora più stringenti sono poi le regole relative ai veri e propri veleni, tossici per l’uomo. I controlli sono demandati ai NAS, al Servizio di Igiene e degli Alimenti e della Nutrizione presso le Aziende Sanitarie Locali e ai vigili dei Comuni che sono tenuti a far rispettare i Regolamenti locali di igiene. Nessuno, però, effettua i necessari controlli.
Il Codacons presenterà domani mattina un esposto ai NAS, perché procedano immediatamente a verifiche a campione nei vari esercizi sparsi sul territorio per accertare l’ampiezza di questa rischiosa pratica e per sanzionare i trasgressori.

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