Una vicenda davvero incredibile: G.R., giornalista alle prime armi in un importante settimanale italiano ha scommesso per diversi giorni sui corridori del Giro d’Italia centinaia di milioni perdendo tutto.
Egli, infatti, ha sempre puntato su chi poi è arrivato secondo o terzo quando la maglia rosa era sulle spalle di Frigo.
Ma ora, dopo aver appreso che Frigo faceva uso di sostanze illecite dopanti ha deciso di far causa agli organizzatori della corsa per riavere indietro i soldi.
In verità è stata la moglie di G.R. che, dopo essere stata costretta dal marito anche a consegnare al banco dei pegni della Banca di Roma due collanine d’oro di grande valore affettivo, si è rivolta disperata al CODACONS che ha convinto il giovane giornalista ad avviare l’azione giudiziaria.
Nell’atto di citazione che sarà inoltrato nei prossimi giorni si contesta agli organizzatori della corsa l’omesso controllo sui corridori che ha consentito un grande uso e abuso di farmaci vietati e, quindi, di falsare i normali risultati della gara.
Se Frigo, infatti, non avesse assunto sostanze dopanti ? sostiene G.R. nella sua citazione ? non si sarebbe classificato avanti agli altri corridori conseguendo la maglia rosa e G.R. avrebbe così vinto le sue scommesse, non rimettendoci praticamente tutti i suoi averi.
Intanto il CODACONS ha presentato un esposto alle Procure della Repubblica delle città in cui il giro ha fatto sosta nelle date in cui Frigo ha rivestito la maglia rosa per truffa in relazione ai comportamenti di chi, o assumendo sostanze illecite, o omettendo i dovuti controlli sui corridori, ha indotto un travisamento grave dei risultati delle gare che dovrebbe essere determinati esclusivamente dalla potenza e resistenza dei corridori.
Con tali comportamenti si sono arrecati gravi danni sia alle società che partecipano alla corsa con ciclisti onesti e che hanno sprecato denaro in sponsorizzazioni vedendo vanificate tali spese dalla scarsità dei risultati falsati come si è detto sopra, sia nei confronti dei numerosissimi scommettitori che in Italia e all’Estero hanno puntato su ciclisti corretti e rispettosi della legge perdendo il proprio denaro.
Nell’esposto inviato anche al Presidente del CONI, alla Federazione Ciclistica e al Ministero dello Sport ?abbiamo chiesto“ ? ha dichiarato il Presidente del CODACONS, Avv. Carlo Rienzi, – “anche l’annullamento della corsa e la ripetizione del giro d’Italia per rinnovare positivamente l’immagine del ciclismo e dello sport del nostro paese che ancora una volta è risultato gravemente deteriorata da un comportamento inqualificabile di persone che ancora osano definirsi atleti?.