Site icon Codacons Lombardia

GOVERNO: CASE PER TUTTI? L’ENNESIMO SLOGAN

Una casa per chi non ce l`ha e per chi è sfrattato. L`ultima offensiva del governo punta sull`edilizia. “Preparerò un piano di cinque anni per dare la casa a tutti gli sfrattati, sottolineando che non verrà data a quel 19% in affitto, ma solo a coloro che, proprio perchè non arrivano alla fine del mese, sono stati sfrattati“, dice il premier Silvio Berlusconi. Che però precisa: “Non ho mai detto che darà casa a tutti ma solo agli sfrattati?. “Il piano che presenteremo in campagna elettorale – dice Berlusconi da Milano – consiste nel reperimento di terreni che non costino, cioè a prezzo agricolo e procedendo a costruzioni utilizzando i migliori architetti, per fare case confortevoli, non palazzi enormi“.

INTESACONSUMATORI, che ha tentato di far correggere errate politiche economiche del governo, che hanno ridotto sul lastrico famiglie impoverito con la sindrome della seconda settimana (perché dopo 15 giorni non hanno più stipendi sufficienti per vivere),saluterebbe con grande soddisfazione il sogno di offrire una casa agli sfrattati ed a coloro che non hanno avuto la possibilità di acquistarla. Peccato sia solo l’ennesimo slogans elettorale di un premier e di un governo alle corde, che con i suoi atti,come lo scudo fiscale tassato al 2,5 per cento,vero e proprio riciclaggio di Stato,ha favorito la bolla speculativa immobiliare che ha fatto raddoppiare il prezzo degli immobili e quello degli affitti,rendendo più difficoltosa la propensione delle giovani coppie ad acquistare la prima casa per abitarci.
Secondo recenti studi (che smentiscono i dati Istat secondo i quali le retribuzioni crescono più dell’inflazione),per acquistare un appartamento nel 2005, servono infatti 18 anni di stipendio, 9 anni se si lavora in due,mentre dieci anni fa ne bastavano (in coppia) sette,20 anni fa addirittura cinque: comperare casa, allora, non era un sogno irraggiungibile ed è proprio per questo che oggi l`80 per cento degli italiani vive in un casa di proprietà. Ma per le nuove famiglie non è così: dalla metà degli anni `80 al 2004 il costo di un appartamento di 110 metri quadri nella zona semicentrale di una grande area urbana è triplicato (da 123 mila a 375 mila euro), mentre il reddito annuo di una coppia di ceto medio (dirigente statale e insegnante), è meno che raddoppiato (da 22 mila a 40 mila euro).

Mentre l`affitto, spiega lo studio, non è una alternativa praticabile. Se, a prezzi costanti, dal 1998 al 2004, il costo d`acquisto di una abitazione è aumentato in media del 51 per cento (65 nelle grandi città), quello degli affitti è comunque lievitato del 49 (addirittura l`85 per cento nelle grandi aree urbane). E le prospettive per l`immediato futuro non sono affatto buone. In Italia, spiega infatti l`indagine, già ci sono 3,2 milioni di famiglie che vivono in case affittate da privati. Oggi in media la locazione assorbe il 24 per cento del reddito, ma se la famiglia vive con meno di 10 mila euro l`anno (quasi 670 mila nuclei sono in questa condizione) il peso vola al 47 per cento (30 per cento se il reddito è fra i 10 e i 20 mila euro).

Piuttosto che fare promesse da marinaio alle quali, gli italiani vaccinati dalla profezia di Indro Montanelli, non danno più alcun credito, il premier Berlusconi farebbe bene a combattere la piaga delle locazioni in nero,specie nelle grandi città,dove una camera da 12 metri quadri affittati agli studenti con 3,perfino 4 letti a castello,rende anche 1.400- 1.600 euro,oltre le utenze,che vanificano il diritto allu studio per le famiglie più indigenti.

Ma qualora dovesse combattere tale piaga, il Governo smentirebbe se stesso e 4 anni di politiche basate su veri e propri premi offerti ad evasori fiscali, contributivi ed a tutti coloro che hanno avuto condonate pratiche illecite contro gli interessi generali.

Exit mobile version