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I clienti chiedono informazioni, ma nessun allarmismo “Tante domande. Ma poi si fidano”

VERONA  Allarme carne suina alla diossina: saranno i prossimi giorni a fare da termometro. Ma le notizie in merito alle partite di carne suina sequestrate, iniziano a dare i loro primi effetti collaterali. Sarà forse una coincidenza. Ma ieri alla salumeria Jori non è stata venduta carne di maiale. «Da quando ho aperto, la mattina, nessuno ha comprato prodotti di suino» dice tranquillo Marco Jori. In altri salumifici invece gli interrogativi si ripetono a catena. «è tutto il giorno che i nostri clienti chiedono informazioni sulla carne di maiale – esordisce Renzo Compri, macelleria Alla Fattoria – . Alla fine comprano, si affidano a noi: siamo il negozio di fiducia e non teniamo carne irlandese, solo carne italiana». Psicolsi da diossina? Per il momento no. «Certo che, se i media continuano a martellare con questa storia – continua Compri – la gente inizierà a preoccuparsi». Lontani, per il momento, da dejà-vu in stile aviaria, la carne suina contaminata non spaventa i salumifici. «La gente è allarmata racconta dopo una giornata di lavoro Alemanno Jacopetti, salumeria Santo Stefano – . Ma è ancora presto per dire quali saranno le ripercussioni. In questi giorni si vedrà». E se nei supermercati i clienti ancora non diffidano, per lo meno si informano. «Domandano, hanno bisogno di sentirsi rassicurati – riporta Claudio Riello, direttore di una delle sedi veronesi Pam – . Non riceviamo carne irlandese; semmai bavarese». Cartellonistica che certifica il prodotto certificato? «Forse. Se la direzione centrale lo riterrà opportuno». Tutto tace in un’altra catena, la Conad. «Per adesso – riferiscono – non abbiamo risentito negativamente». Ma, nonostante ciò, il livello di attenzione da parte delle categorie di consumatori resta elevato.  «Teniamo monitorato il mercato – informa Stefano Fanini, Codacons Verona – . Abbiamo il dovere di tutelare i nostri consumatori, anche se finora non ci sono pervenute segnalazioni ». Sbagliato cadere nel tranello dell’allarmismo ingiustificato. «Si sta creando allarme per nulla, come è successo in passato. L’unico consiglio valido è consumare prodotti italiani». Ma è proprio sui prodotti, e in particolare le materie prime, che Coldiretti pone l’accento. «Durante la produzione, per esempio di un wurstel, la materia prima si smista, si mescola – spiega Mauro Donda, direttore Coldiretti -. Così non possiamo sapere da dove viene la carne che lo compone. Come non sappiamo che carne utilizzano i ristoranti. Da anni battagliamo affinché nell’etichetta sia in evidenza la provenienza delle materie prime – ribadisce Donda -. Non solo per tutelare chi consuma, ma anche per mettere in sicurezza la nostra filiera, difenderla. Perché nei prossimi giorni – predice – pagheremo il danno di ciò che sta accadendo in Irlanda. Ci sarà un riflesso negativo sul consumo. E allora il danno sarà di tutti».

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