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I Comitati del No pronti a un nuovo ricorso al Tar

Non mollano. Anzi, rilanciano. E preparano un nuovo filone di ricorso davanti al Tar Veneto (mentre oggi faranno un`azione dimostrativa per “difendere“ i pozzi d`acqua Aim destinati a servire anche la caserma). I rapprensentanti del coordinamento dei comitati contrari alla Ederle 2, nell`affermare che l`ordinanza del Consiglio di Stato segna “una pagina buia per la giustizia italiana“, ribadiscono la volontà di continuare la battaglia. “Siamo più che mai uniti per arrivare alla consultazione popolare di ottobre“, ricorda Giancarlo Albera, che ieri ha fatto il punto insieme a Fulvio Rebesani e Valentina Dovigo. “GOVERNO SCORRETTO“. Rebesani cerca di infondere fiducia nel movimento: “La consultazione di cui parla il Consiglio di Stato nulla ha a che vedere con quella che, legittimamente, il Comune ha deciso di organizzare ad ottobre“. Nonostante la battuta d`arresto del 29 luglio, la pista della giustizia amministrativa non sarà abbandonata: “Stiamo elaborando un nuovo filone di ricorso al Tar, che speriamo di intraprendere insieme ai Comuni di Vicenza e Padova“. Per l`udienza al Tar dell`8 ottobre sono intenzionati a costituirsi il Comitato Più democrazia, il coordinamento e Legambiente, che sostengono di “non aver ancora giocato tutte le carte“. Rebesani ed Albera ricordano poi “la scorrettezza del Governo“ che ha presentato i documenti con il contagocce. La stessa ordinanza ha rilevato una “valutazione critica in termini di lealtà processuale“. “NON È UN AMPLIAMENTO“. Da un lato i comitati sperano vada a buon fine la battgalia del Codacons che, ravvisando presunti errori nell`ordinanza di palazzo Spada, ne chiede la revoca in Cassazione. Ma i comitati vanno oltre: “Il Consiglio di Stato non definisce mai la base un`opera di difesa nazionale – afferma Rebesani -. Inoltre, “l`ordinanza parla di “insindacabilità degli atti politici“, cioè di atti o provvedimenti del Governo; ma qui l`unico atto è la lettera del presidente del Consiglio Prodi a quello americano Bush: il Governo non si è mai espresso“. C`è poi il capitolo dell`accordo bilaterale Italia-Usa del `54 sulle strutture militari americane nel nostro Paese e da cui discende il memorandum del `55 citato dai giudici più volte. “Quel trattato resta secretato – ricorda Rebesani – ma si è appreso che esiste un limite di otto basi Usa in Italia. La Ederle 2 sarebbe la nona. Perciò continuano a parlare di ampliamento, ma non è così“. L`IMPATTO AMBIENTALE. Secondo i comitati “non esiste inoltre “l`accordo tecnico“ tra Italia e Usa, previsto dal memorandum per ogni base per spiegare come viene realizzata“. A questo proposito, Albera e Dovigo rilevano che “la questione ambientale è quasi ignorata dal Consiglio di Stato: da un lato dice che non serve la Via, valutazione d`impatto ambientale, dall`altro che non c`è rischio. Il progetto Usa, oggi, non mostra nulla delle fondazioni della caserma, ma è chiaro che incideranno sulla falda“.

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