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I CONSUMATORI AVEVANO RAGIONE: LA TASSA SUI RICAVI SCARICATA SULLE TARIFFE ERA ILLEGITTIMA








La Corte di Giustizia Europea si è pronunciata sul ricorso presentato dai principali operatori della telefonia in Italia, contro il contributo annuale previsto da una legge del 1998. Si tratta della legge che impone alle società telefoniche di versare allo Stato una quota del proprio fatturato. Le società si erano rivolte al Tar del Lazio, ma i magistrati avevano sospeso il processo, in attesa del giudizio preliminare sollecitato dal Consiglio di Stato (italiano) alla Corte di giustizia della Ue. Ora la Corte ha sollecitato il Tar a restituire il contributo a tutte le aziende telefoniche che si sono rivolte al tribunale. Le norme contestate impongono alle società «titolari di licenze per lo sfruttamento di telecomunicazioni a uso pubblico» il versamento di una quota di fatturato.

La tassa sui ricavi era quindi illegittima, sostengono le associazioni dell’Intesa dei consumatori, ed è stata pagata dagli utenti delle compagnie telefoniche, attraverso uno scaricamento sulle tariffe. Infatti le società della telefonia, per far fronte a questa voce ?passiva? di bilancio, l’hanno scaricata sulle tariffe imposte ai clienti, che indirettamente hanno finanziato per anni questa tassa ingiusta.

Dal momento che le somme versate dalle compagnie dovranno essere restituite, e visti i negativi effetti di tale tassa sulle tariffe, devono essere prima di tutto gli utenti a beneficiare della decisione della Corte.
Per l’Intesa, infatti, i quasi 5.000 miliardi di vecchie lire di credito delle compagnie dovranno concretizzarsi in vantaggi per i consumatori attraverso, ad esempio , bonus telefonici, oppure studiando assieme alle associazioni dell’Intesa, forme di risarcimento adeguate.





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