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I consumatori: ora giu’ le rate dei mutui

ROMAI tassi di Eurolandia tornano ai livelli della primavera 2006, con un sorprendente taglio record da tre quarti di punto da parte della Bce. E con il costo del denaro al 2,50% cambia lo scenario in cui si muovono le economie dei Quindici e fra di esse l’Italia, che può ora guardare a un abbassamento delle rate dei mutui che dovrebbe alleviare il fardello per milioni di famiglie. Ma nonostante il maxi-intervento della Bce, che ha anche rivisto in peggio le sue previsioni economiche, sui mercati continua ad imperversare la tempesta, e a farne le spese sono i Paesi di Eurolandia con i conti non ancora del tutto in ordine. Mentre i prezzi dei titoli di Stato sono balzati (e poi ridiscesi per prese di profitto) dopo il taglio dei tassi, si è allargato ulteriormente, fino a raggiungere il record dei 140 punti base, il differenziale (lo «spread») fra i rendimenti offerti dall’Italia e quelli dei «bund» tedeschi. Il colpo d’accetta ai tassi di Eurolandia da parte della Bce dovrebbe portare un po’ di sollievo a famiglie e imprese contribuendo a sbloccare il mercato creditizio, con la crescita dei prestiti alle famiglie rallentata ulteriormente. Ma è sui mutui che si concentrano le aspettative dei consumatori: Adusbef e Federconsumatori chiedono che «le banche ora facciano la loro parte, tagliando oggi stesso dello 0,75% i tassi sui mutui» e consentendo così un risparmio medio sulle rate dei prestiti a tasso variabile (ipotizzando un mutuo trentennale da 100.000 euro) di 45 euro al mese (pari a 540 euro l’anno). Parla invece di «una possibile beffa» l’Adoc, secondo cui chi ha contratto un mutuo a tasso variabile rischia di non trarre benefici dal taglio Bce, dato che la rata del mutuo è agganciata all’indice Euribor a 6 mesi. L’Adoc chiede quindi «alle banche di modificare tale sistema, agganciando il costo del mutuo al costo effettivo del denaro».  Il Codacons, prevede invece «un abbassamento medio di 400 euro all’anno per chi ha un mutuo a tasso variabile», a patto che «i tassi interbancari scenderanno della stessa misura come logica vorrebbe», anche se «ora la priorità è rappresentata dai mutui a tasso fisso, per i quali molte famiglie stanno pagando tassi superiori al 6%».
 

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