ROMA È di nuovo faccia a faccia fra consumatori e petrolieri sul prezzo della benzina. Il costante calo del prezzo del petrolio, ieri sceso sotto i 110 dollari al barile dopo quattro mesi (109,62 alla chiusura di New York), rilancia il dibattito sugli eventuali sovrapprezzi che le compagnie italiane applicherebbero ai propri listini. Alla luce dei recenti ribassi, sostengono i consumatori, c`è spazio per riduzioni del prezzo dei carburanti di almeno 6 centesimi al litro, anche se c`è chi si spinge fino a ipotizzare ritocchi al ribasso di 7-8 centesimi. Critiche che però l`Unione Petrolifera respinge al mittente, negando ogni sovrapprezzo e chiamando in causa l`andamento dei mercati internazionali dei carburanti e il calo dell`euro sul dollaro. Secondo Federconsumatori, i prezzi attuali “dovrebbero attestarsi ben al di sotto di 1,40 euro al litro“, in linea con quanto fatto segnare lo scorso aprile, quando il petrolio viaggiava intorno ai livelli attuali. “Di diminuzioni non vi è stata neanche l`ombra, i prezzi“, sottolinea l`associazione, “sono vergognosamente aumentati, attestandosi a 1,47-1,48 euro al litro, con un sovrapprezzo di 7-8 centesimi al litro“. In questo modo, prosegue l`associazione, “le compagnie guadagnano “appena“ 315 milioni al mese. A farne le spese, saranno sempre i cittadini, che subiranno ricadute di 7 euro al mese, pari a 84 euro all`anno“. Sulla stessa linea anche il Codacons: “è assolutamente inaccettabile che gli automobilisti siano costretti a pagare una media di 6 centesimi di euro in più al litro“. Il ragionamento è semplice: per ritrovare il petrolio a 106 dollari bisogna risalire alla prima settimana di aprile, quando il greggio aveva appena intrapreso la corsa che lo avrebbe portato sopra i 147 dollari. Nella seconda settimana di aprile, la verde si aggirava a ridosso di 1,398 euro e il prezzo del diesel era di 1,369 euro. Cifre ben diverse dagli attuali 1,478 euro al litro della benzina e 1,447 del gasolio. Nel conto vanno però inseriti anche i due centesimi al litro di sconto fiscale decisi dal Governo Prodi per calmierare i prezzi e l`andamento dell`euro, allora più forte sul dollaro. È proprio su queste basi che arriva la risposta dell`Unione Petrolifera, secondo la quale non c`è sovrapprezzo sui listini alla pompa. Soprattutto, sottolinea l`Up, “occorre tenere presente che le quotazioni del greggio scontano l`apprezzamento del dollaro nei confronti dell`euro che, rispetto ai valori di aprile, è stimato in 4 centesimi di euro a litro“.