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I consumatori vogliono i saldi prima di Natale

Si diffonde tra i commercianti, perorata dai clienti, l’idea d’aprire la stagione dei saldi già a dicembre, in anticipo sulla data prevista del 3 gennaio.  Ipotesi suggestiva, il tradizionale shopping natalizio a prezzi già scontati, sposata da alcune vetrine di Padova, Treviso e Rovigo e pure dal Codacons e dall’assessore regionale Sartor. Ma i vertici di Confcommercio e Confesercenti stroncano l’iniziativa: «Così finiamo tutti nel baratro». A gettare nello scompiglio il commercio veneto sono le piccole associazioni, che riuniscono per lo più i negozi dei centri storici: «Ce lo chiedono i clienti e poi, anticipando i saldi, potremmo sfruttare a pieno lo shopping di Natale, evitando d’arrivare alle svendite quando ormai la gente non ha più un euro in tasca» spiega Mirella Tuzzato di TrevisoViva. E motivazioni analoghe si ritrovano nelle parole di Massimo Pellizzari del Comres di Padova ed in quelle di alcuni esercenti di Rovigo.  Il Codacons assicura il proprio sostegno alla campagna («Siamo favorevoli al superamento delle regole farisaiche sui saldi ed alla piena liberalizzazione» spiega il presidente Franco Conte) ed anche l’assessore regionale al Commercio Vendemmiano Sartor si dice possibilista: «Qualunque iniziativa tenti di risollevare i consumi ha il mio appoggio, purché sia condivisa da tutti gli attori». E proprio qui sta il punto: i vertici di Confcommercio e Confesercenti, le due principali associazioni di categoria, bocciano sonoramente il progetto: «Stiamo aspettando il Natale per tirare il fiato spiega Vittorio Zampieri, presidente regionale del settore abbigliamento di Confcommercio – se aprissimo i saldi prima, addio speranze». D’accordo il presidente regionale dell’associazione, Fernando Morando: «Mi sembra una sparata assurda. Sono altre le iniziative da mettere in campo, a cominciare dalla detassazione delle tredicesime». O dal paniere veneto dei prezzi: Morando firmerà infatti domani, con Confesercenti, Unioncamere e le associazioni dei consumatori, l’impegno a bloccare per sei mesi i prezzi di una trentina di prodotti, al riparo così da rincari ingiustificati

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