Nel primo bimestre del 2003, i dati del Ministero dell’economia registravano una crescita dell’IVA di oltre il 16 per cento. Nel primo trimestre, l’Istat rileva un calo del Pil dello 0,1 per cento. Complessivamente, le entrate fiscali incassate nel periodo gennaio-aprile sono cresciute del +3,6% rispetto allo stesso periodo del 2002. E’ la conferma del pessimo momento congiunturale dell’economia italiana ed il ritornello sulle altre nazioni (Germania in testa) che non stanno meglio, non consola più.
Esattamente un mese fa, l’Intesa dei consumatori sosteneva che la crescita dell’IVA era da imputare ad un aumento dei prezzi, ristagnando PIL, produzione industriale e consumi. Tale andamento si conferma nel tempo e l’aumento delle entrate fiscali, Iva in testa, non può che essere tutto a carico di un consistente aumento dei prezzi pagati dai consumatori finali, con aumenti dei prodotti assicurativi, bancari, alimentari e dell’abbigliamento, delle tariffe delle prestazioni professionali ecc. Non è un caso che questo processo abbia fatto perdere notevolmente di competitività al sistema Italia: invece di stimolare l’efficienza delle imprese le ha fatte adagiare sul più comodo aumento dei prezzi.
L’Intesa dei consumatori chiede al Governo l’avvio di politiche coraggiose sul fronte dei prezzi e quindi del potere d’acquisto delle famiglie, con una inversione di tendenza che ha visto premiare, fino ad ora, il fronte della produzione, dei poteri forti, dei potentati finanziari, dei petrolieri, dei commercianti ecc. Se tale radicale cambiamento non dovesse intervenire, si innesterà un meccanismo negativo di ulteriore taglio dei consumi e di ristagno complessivo dell’economia. Le famiglie italiane hanno visto aumentare le loro uscite di 2.200 euro dal primo gennaio 2002, pur in presenza di una riduzione dei consumi: di fatto non si arriva più a fine mese.
Un esempio per tutti: in un anno il dollaro ha perso circa 700 delle vecchie lire sull’euro. Come mai il litro dio benzina è calato di sole 150 lire ?
L’Intesa dei consumatori chiede al governo una politica in grado di sostenere il potere d’acquisto dei cittadini, anche attraverso bonus in grado di permettere un recupero finanziario al reddito familiare.