L’ Europa rassicura i suoi cittadini dopo la scoperta di carne suina irlandese contaminata alla diossina: «Non c’è rischio per il consumatore» dice Bruxelles. L’Irlanda ritira tutti i prodotti dal mercato, quantitativi limitati come in Italia, dove sono passate sotto la lente 1.467 tonnellate distribuite da 22 stabilimenti già nel mirino dei Nas, a partire da Emilia Romagna e Campania. Sembra quindi rientrare rapidamente la crisi del maiale irlandese, dopo la denuncia di alcuni casi di contaminazione da diossina, tuttavia la Commissione europea non intende abbassare la guardia. e ha chiesto all’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di pronunciarsi su »eventuali rischi per la salute umana per la presenza di diossina in carni fresche o lavorate di maiale irlandese. Il verdetto è atteso per domani. Ieri in tutta Europa sono scattati controlli e sequestri per rintracciare l’eventuale presenza di diossina nei 12 paesi che hanno importato carne suina irlandese a partire dal primo settembre. In totale si tratterebbe di 14.000 tonnellate. Tra questi c’è l’Italia, ma anche Regno U- nito con i quantitativi più importanti (quasi 4.500 tonnellate), seguito da Germania, Francia, Estonia, Belgio, Olanda, Polonia, Danimarca, Svezia, Cipro e Portogallo. Verso i Paesi extra-Ue, invece, l’Irlanda ha inviato quasi 3.000 tonnellate tra Cina, Hong Kong, Russia, Giappone, Usa, Singapore, Svizzera, Canada e Corea. E proprio verso il mercato mondiale guardano con preoccupazione gli esportatori di insaccati e altri prodotti lavorati europei: Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud hanno annunciato la sospensione temporanea delle importazioni di carne suina dall’Irlanda ma non dagli altri partner europei. Il direttore generale aggiunto per la sanità alla Commissione europea, Paola Testori Coggi, ha detto però che «se qualche paese extra-Ue dovesse introdurre divieti si tratterebbe di misure sproporzionate su cui interverremo immediatamente». Per la commissaria europea alla sanità Androulla Vassiliou al momento le drastiche misure di prevenzione adottate dall’Irlanda «sono per ora sufficienti». La causa della contaminazione molto probabilmente è la conseguenza del trattamento utilizzato per trasformare resti di panetteria nei mangimi sotto accusa, dicono a Bruxelles. Gli stessi mangimi sarebbero stati distribuiti ad alcuni allevamenti di bovini e per questo anche in Italia, ha fatto sapere il sottosegretario alla salute Francesca Martini, i controlli si estenderanno anche alla carne bovina. I primi sequestri di carne suina irlandese sono stati effettuati da parte delle Asl e sono avvenuti in Emilia Romagna, in Campania e in Veneto. Le carni sequestrate saranno analizzate nei prossimi giorni per accertare l’eventuale presenza di concentrazioni di diossina oltre i limiti consentiti. I carabinieri del Nas hanno controllato anche 120 grandi magazzini ma al momento non sono state riscontrate partite «sospette» e il Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica ( Sivemp) rileva che «tutte le importazioni in arrivo dall’Irlanda sono controllate e al momento l’evoluzione della situazio- ne è tranquilla». Il ministro all’agricoltura Luca Zaia invita comunque i cittadini a consumare il più possibile »prodotti italiani di prossimità» e ha promesso che l’etichetta d’origine obbligatoria su tutti i prodotti alimentari sarà presto legge. Esattamente quello che richiede la Coldiretti: grazie all’obbligo di indicare la provenienza in etichetta è possibile per i consumatori riconoscere direttamente sugli scaffali la carne bovina proveniente dall’Irlanda, afferma la confederazione, auspicando che si estenda a tutti gli alimenti l’obbligo di un sistema di etichettatura che indichi la provenienza, al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. Nell’immediato, però, il Codacons chiede di avviare subito controlli in tutta Italia su zampone e cotechino «sulla base del principio di precauzione », come afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi, anche «per accertare che la carne con diossina non venga aggiunta a quella sana e poi immessa sul mercato italiano».