"I prezzi di pane e pasta scendano almeno del 30% altrimenti lo sciopero della pagnotta proseguirà ad oltranza". La richiesta di Confconsumatori arriva all’indomani dell’adesione in massa, anche in Umbria, all’iniziativa simbolica che giovedì prossimo vedrà impegnate Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, a distribuire gratis in piazza due quintali di pasta e panini. Tutto questo mentre Confesercenti delinea anche per l’Umbria un quadro di crescita e consumi pressoché azzerati anche per i prossimi mesi. "Abbiamo deciso di aderire allo sciopero della pagnotta – spiega Salvatore Lombardi, presidente regionale di Confconsumatori – perché con la pasta rappresenta il simbolo dei rincari e delle speculazioni operate negli ultimi mesi sui costi delle materie prime. Ed essendo i due prodotti più colpiti, siamo pronti a proporre lo "sciopero del parmigiano" del 1976, se da qui ad un mese per i due beni non si delineeranno riduzioni di almeno il 30%". L’invito è rivolto non solo ai dettaglianti, ultimo anello di una catena sempre meno efficiente e trasparente, ma soprattutto ai fornitori di farina e cereali i cui costi, come denuncia anche Marco Venturi di Confesercenti, "sono cresciuti anche in virtù di speculazioni internazionali figlie dell’utilizzo di tali prodotti anche come bio carburanti". Confconsumatori, tuttavia, invita i cittadini a segnalare gli eventuali abusi ("chi esagera") chiedendo a Regione e Comuni di premiare gli esercizi virtuosi. Sul versante vendite, intanto, eloquente l’analisi del presidente regionale di Confesercenti, Sandro Gulino: "Neanche i saldi sono riusciti a colmare il calo dei mesi precedenti: ormai tale tipo di vendite non funzionerebbe neanche se durassero un anno intero. Il problema sta all’origine: senza interventi nazionali e globali i consumi umbri stenteranno a riprendere. Ma anche la fiducia è un elemento centrale e se i consumi in Umbria passeranno dallo 0,1 del 2008 allo 0,8 del 2009, si capisce che il futuro è ancora nebuloso".