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I soccorsi? “20mila dollari, ma non dello Stato“

BERGAMO “I SOCCORSI? Si sono limitati a gestire un`emergenza. E non abbiamo mai temuto di perdere i due alpinisti. Nones e Kehrer si sono arrangiati con le loro gambe. E sono convinto che ce l`avrebbero fatta anche da soli a scendere al campo base. A livello di coordinamento dei soccorsi non abbiamo strafatto“. Agostino Da Polenza sembra sbarazzarsi di tutte le polemiche sui presunti costi delle operazioni di salvataggio, dopo che il Codacons aveva chiesto che le spese non fossero poste a carico dello Stato, ma dei due alpinisti. “I costi in casi come questi non sono eccessivi ? ha risposto ?. Noi ci siamo di fatto limitati a gettare loro i viveri e le radio e a trarli in salvo con gli elicotteri. Non abbiamo ancora dei conti precisi, ma si tratta di cifre nella norma, ventimila dollari circa“. Cifra che non pagherà lo Stato. Lo stesso nuovo capo dell`Unità di crisi della Farnesina, Fabrizio Romano, aveva dichiarato che le spedizioni “sono assicurate e quindi si prevede anche questo tipo di interventi“. Romano ha definito i soccorsi “un buon esempio di coordinamento e affiatamento fra entità diverse“. “NON ABBIAMO mai temuto di perderli, in fondo se la sarebbero cavata anche da soli ? ha ancora raccontato Da Polenza ?. Forse più che nelle gambe, erano provati nello spirito, per la morte di Karl. Siamo contenti di avere aiutato Walter e Simon con l`esperienza mia, degli amici Gnaro Mondinelli e Maurizio Gallo. Abbiamo ottime relazioni nei paesi dell`area himalayana e sappiamo muoverci utilizzando il minimo delle risorse col massimo del risultato. Vorrei ringraziare le autorità locali, l`esercito pakistano che ha messo a disposizione le macchine che hanno permesso il recupero e tutti coloro che hanno passato le notti svegli ad aspettare le notizie. Ma oltre al risultato positivo del recupero dei ragazzi ? prosegue Da Polenza ? resta l`amaro della scomparsa di Karl. Ma anche il gesto d`amicizia che i compagni hanno voluto compiere“. INFATTI i due compagni di cordata e i due aplinisti giunti dall`Italia, hanno preso un piatto d`acciaio e con un punteruolo vi hanno inciso il nome di Karl Unterkircher con la data della scomparsa, poi lo hanno depositato al campo base, sulla stele dedicata a uno dei più grandi alpinisti della storia, Hermann Buhl“.

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