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I truffati bussano da Fideuram

“E` STATO il basket a rovinarmi“. Così l`11 giugno scorso Flavio Tudini, l`artefice del miracolo Progresso, l`uomo della salvezza Virtus (che nell`estate del 2003 era stata cancellata da Federbasket), ma per le sue vittime, più di cento, solamente l`ex promoter della Fideuram al quale affidare i propri risparmi, si presentò in Procura per confessare quel buco di oltre sei milioni di euro. Una voragine nella quale sono caduti negli anni i clienti che di lui si fidavano ma anche gli amici e addirittura l`ex compagna di Modena che insieme agli altri non ha esitato a denunciarlo. Da quel giorno la pioggia di querele e denunce non si è mai interrotta così come lui, che spontaneamente si presentò davanti ai pm Flavio Lazzarini e Francesco Caleca che coordinano le indagini che lo vedono ancora unico indagato nel fascicolo aperto per truffa pluriaggravata, per ammettere le proprie responsabilità e stoppare le voci che lo volevano già all`estero fuggito con chissà quale tesoretto, non ha mai smesso di parlare. AD ASCOLTARLO praticamente a giorni alterni da quell`11 giugno sono gli uomini della Finanza che conducono le indagini e che stanno, insieme a lui, vagliando posizione per posizione, il percorso che Tudini avrebbe fatto fare al denaro mai investito per quei suoi ignari risparmiatori. “E` stato il mio impegno con la squadra di basket Progresso di Castel Maggiore ? spiegò l`allora presidente del Basket Modena in quel primo interrogatorio ai magistrati ? e le altre associazioni legate al basket l`origine dei miei tanti debiti. E i soldi degli investitori mi sono serviti a tappare i buchi che via via si sono creati in questi dieci anni. Io non mi sono intascato nulla“. CERTO È che per ripianare quei conti sempre più in rosso Tudini ha utilizzato le sue credenziali di promoter Fideuram e lo ha fatto così bene, con tanto di false rendicontazioni, tendendo una contabilità parallela tutta sua (sette le borse piene di contratti sottoscritti con gli ignari clienti che Tudini ha già consegnato alle Fiamme gialle) da non far insospettire nessuno. ALMENO fino al 28 maggio scorso data in cui la banca, riscontrando alcune irregolarità, risolse con lui il contratto per giusta causa. Da quel giorno almeno cinquantacinque i clienti che si sono rivolti all`istituto di credito del gruppo San Paolo, per cui Tudini lavorava, accusandolo di non aver vigilato su ciò che stava accadendo e la risposta non si è fatta attendere. Sì, perchè grazie alla mediazione dell`associazione dei consumatori Codacons la vertenza tra alcuni clienti truffati (“una ventina almeno“) e la Fideuram si avvierebbe a una soluzione stragiudiziale. “I rappresentanti della banca ? ha infatti spiegato ieri il vice presidente di Codacons, avvocato Bruno Barbieri ? affiancati dal responsabile dei rapporti con le associazioni dei consumatori del Gruppo Intesa San Paolo si sono presentati nei nostri uffici“. UN INCONTRO che da quanto spiegato da Codacons ha registrato la volontà sia della associazione “di evitare per ora l`apertura di un contenzioso legale con la banca, sia la volontà di quest`ultima di farsi carico delle proprie responsabilità nei confronti dei clienti che sono stati danneggiati dal comportamento tenuto da Tudini“. “Ci incontreremo nuovamente a metà agosto ? ha spiegato ancora Barbieri ? e in quella sede valuteremo le proposte che la banca avanzerà per ogni singolo cliente truffato, in vista di una soluzione stragiudiziale. Si sono detti disponibili a rimborsare tutto ciò che è documentabile e a versare anche una sorta di piccolo risarcimento danni. D`altra parte tra le vittime di Tudini che si sono rivolte a noi c`è anche chi ci ha rimesso cinque- seicentomila euro. Speriamo di chiudere tutto già in autunno: la stessa banca ha interesse a trattare con le associazioni consumatori per riuscire, con un solo tavolo di conciliazione, a risolvere la questione“.

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